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D'Alema show: mi si è ridotta la corrente

politica

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. Inizia così il D'Alema-show andato in scena oggi in Transatlantico. In mano un plico di fogli (agenzie di stampa internazionali, Bloomberg, ritagli di giornali stranieri), l'ex premier, sulla soglia dell'Aula, si ferma con un gruppetto di cronisti. Stranamente loquace e di buon umore. Scherza sulla sua “corrente”:  . I presenti lo guardano con aria interrogativa.  Lui, dopo una pausa, spiega: .  Paola Concia, deputata del Pd, dice che anche suo papà le ricordava questo aneddoto, aggiungendo: . Segue excursus dalemiano sulla politica estera (le faccende in cui, appunto, D'Alema spiega di essere affaccendato, ora che la corrente gli si è ).  .  Concia gli ricorda una sua frase passata alla storia: . D'Alema, compiaciuto, ride sotto i baffi. E ricorda un'altra espressione per cui è diventato famoso  - , riferito ai giornalisti. Spiega che è una citazione di Stalin. Si passa a valutazioni sulla primavera araba. La Libia, la guerra civile. . Dice che il presidente del Cnt è un ex di Al Qaeda, che . Segue altro implicito. Si dice certo che in Egitto vincerà Amr Moussa, l'ex segretario della Lega Araba. .  Squilla la campanella del voto. Entra in Aula. La vita è così. Bisogna anche occuparsi di cosucce: far la spesa, votare.

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