Monti e i poteri forti
politica
I poteri forti ci sono. Eccome. Ci sono le corporazioni, le lobby. Quelle che anche questa volta hanno vinto. Taxisti, farmacisti. Per non dire di avvocati, notai, medici e giornalisti - sì, anche noi - nemmeno sfiorati dal decretone che speriamo salvi questa povera Italia almeno dal fallimento. Mario Monti, nel suo discorso di insediamento in Parlamento, ci aveva scherzato su. I poteri forti? Non esistono, tranquilli. "Io li ho visti, in Europa. E li ho combattuti". Allora, delle due l'una: o i taxisti sono più forti di Bill Gates o il premier Monti è più debole del fu commissario Monti. L'impressione, oggi alla Camera, è che sia vera la seconda. Colpa dei partiti, che hanno deciso di starci, ma con un piede dentro e uno fuori? Colpa del governo, che non ha voluto o potuto ingaggiare una battaglia contro le corporazioni di questo Paese? Il risultato, però, è quello che si vede. Poco o nulla sul fronte delle liberalizzazioni. E dire che sarebbero state riforme a costo zero. Non un soldo in più. Solo un segnale. Forte. Di cambiamento.