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Tassa del lusso sulle pellicce

Proposta della Lav: Iva al 46%

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Sono un vero lusso, sono inutili, poco etiche e tanto tanto crudeli. Per questo potrebbero essere tassate. La proposta della Lega anti vivisezione di applicare un'Iva doppia del lusso (quindi il 46%)  su tutti i prodotti contenenti pelliccia animale non è così assurda. Dice Simone Pavesi, responsabile Lav Campagne Pellicce: «In una società che dovrebbe vietarne produzione e commercio è quantomeno funzionale a promuovere e orientare lo sviluppo di attività economiche e di consumi alternativi a quelli che vertono sull'utilizzo di esseri senzienti e allo stesso tempo a contribuire a risanare le casse dello Stato». Mica male se si pensa che solo in Italia 200 mila animali tra visoni e cincillà vengono condannati a morte per consentire a signore poco sensibili la sfilata in centro con l'ultimo modello di pelliccia. Nel 2010, comunica la Lav, «il consumo di prodotti in pelliccia (capi interamente in pelliccia, accessori in pelliccia e capi misti in pelliccia/altro materiale) è stato pari a 1.365 milioni di euro, al netto di esportazioni e importazioni. Ciò significa che se fosse stata applicata al consumatore finale una tassa del 46% per ogni capo, lo Stato avrebbe incassato 627,9 milioni di euro». In attesa che qualcuno possa prendere in seria considerazione la proposta, sabato 10 e domenica 11 in centinaia di piazze italiane gli animalisti daranno il via alla raccolta di firme per ottenere una legge nazionale che vieti l'allevamento, la cattura e l'uccisione di animali per la produzione di pellicce. Perché, in fondo, nel nostro Paese l'uccisione di animali senza necessità è un reato (art.544-bis del codice penale). Ma questa bella legge non viene applicata. Peccato che la pelliccia proprio necessaria non è.

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