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Bossi scatenato contro Tosi: «È un fascista che spacca la Lega»

la lotta di Verona

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Chi ci ha parlato negli ultimi giorni descrive un Umberto Bossi furioso. Con Roberto Maroni, certo. Ma anche col sindaco di Verona Flavio Tosi, accusato dal Senatur di «essere un fascista», uno che «non dovrà fare la sua lista per nessun motivo», un dirigente che «punta a dividere la Liga Veneta» soffiandola al leader Giampaolo Gobbo, sindaco di Treviso ed esponente del cerchio magico. Proprio Gobbo, pochi giorni fa, ha detto che il collega veronese «è un eretico» più che un padano. Bossi resta quindi convinto che il primo cittadino scaligero, alle Amministrative di primavera, debba presentarsi solo col simbolo della Lega Nord più eventuali formazioni civiche. Niente lista Tosi, insomma, e non consolerà granché la solidarietà che arriva da Bari, per bocca del sindaco in quota Pd Michele Emiliano. Che ha detto: «È una cosa ridicola quella che i leghisti stanno facendo a Tosi» perché – è il succo del suo ragionamento – è normale che gli amministratori presentino una squadra con persone di fiducia e da affiancare ai partiti tradizionali. Solo così, infatti, è possibile rastrellare consensi a 360 gradi, tant'è vero che un sondaggio riservato attribuisce alla formazione Tosi un potenziale 24%. Fatto sta che Bossi non si fida, anche se gli uomini di Flavio cercheranno di fargli cambiare idea. C'è tempo fino a metà marzo. Bossi resta arrabbiatissimo anche con Maroni. È convinto, l'Umberto, che l'ex ministro dell'Interno voglia sfasciare il partito, portandolo su posizioni vicine a quelle del Pd. Anche se a Verona, sempre secondo il Senatur, Bobo sta dalla parte del «fascista Tosi». Il tutto avviene a pochi giorni dallo striscione contro Maroni appeso a Gemonio (dove vive il Senatur) e firmato dalla Lega di Brescia. Nella terra della Leonessa, il cerchio magico è rappresentato dal presidente provinciale Daniele Molgora e dall'assessore lombardo Monica Rizzi. Ed è lì che il Trota ha raccolto le circa 13mila preferenze che gli hanno spalancato le porte del Pirellone.

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