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«Vi annuncio che ho conquistato Charlie Chaplin e conosciuto Gesù Cristo»

Era una "signorina buonasera" e per 25 anni è entrata nelle case degli italiani per presentare i programmi tv. «Poi ho scelto di essere anziché apparire e sono sparita per curare mia madre»

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Marina Morgan non ha bisogno di presentazioni. Perché è stata lei a presentarci - dal 1976 al 2002 - i programmi Rai, coccolandoci e viziandoci. Ed entrando nelle nostre case con ironia e discrezione, sera dopo sera, annuncio dopo annuncio. Bella, sorridente, simpatica, ci ha tenuto compagnia per 25 anni, finché sono esistite le signorine buonasera. Poi Marina è sparita e se ne è andata in pensione, per stare vicino alla mamma malata. Ora vive a Roma con Cindy - sua amata barboncina toy -, si racconta e racconta una professione che non c'è più. Ma che ha fatto la storia della televisione italiana. Quella delle annunciatrici Rai che lavoravano in diretta imparando tutto a memoria. Marina Morgan, buongiorno signorina buonasera. E scusi il gioco di parole. «Beh, tanto da otto anni non lo sono più. Sono in pensione». Il soprannome le piaceva? «Ci hanno sempre chiamate così, divertente. Eravamo le padrone di casa della Rai, la voce ufficiale». A proposito di voce. È buffo sentirla parlare, ha un tono così familiare... «Sa che quando sono in giro, anche se con i capelli raccolti o mascherata dagli occhiali da sole, appena apro bocca la gente mi riconosce? Mi fissa e chiede: “Ma scusi, lei è Marina Morgan, l'annunciatrice?”». E la scoprono. «Macché,  ci gioco un po'. Scherzo. E provoco: “Ma possibile che tutti mi scambiano per la Morgan? Proprio con una donna così antipatica!!”. Vengo guardata con stupore. “Ma no, cosa dice signora? Marina Morgan è simpaticissima!”.  Allora confesso: “Sì, è simpatica e lo posso dire con certezza. Perché sono io!”». Buona questa. Diceva che è in pensione: come passa le giornate? «Dipingo, ricamo e lavoro a maglia. Sono bravissima e preparo cappottini per lei. Le presento Cindy». Che razza è? «Barboncina toy. Campionessa italiana della sua razza. Per me è come una figlia». Rimpiange il fatto di non essere mamma? «Sì. Non mi sono mai sposata e sono single. Ho avuto una relazione lunga con un uomo che ora, purtroppo, non  c'è più. È morto un anno e mezzo fa. Ma era un rapporto a distanza: stava a Montecarlo e poi si è trasferito in Australia». Marina Morgan, la tv le manca? Eravamo abituati a vederla tutti i giorni, ora è completamente sparita dal video. «Un pochino, ma ho scelto di starci lontano. Niente interviste, poche ospitate. E tanti rifiuti». Ha avuto proposte dai reality? «Molte. Ho detto no a “L'Isola dei famosi”. Il programma mi piace da morire, la Ventura è bravissima. Ma non riuscirei mai a stare  nella promiscuità, mi fanno schifo i mosquito, ho paura dei topi e non so resistere al digiuno. E poi...». Poi? «Ci sarebbe da prendere l'aereo». E allora? «Ho una paura atavica. Non sono mai andata nemmeno in Australia dal mio uomo. Avrei potuto girare il mondo per lavoro, ma non l'ho fatto». Nessun viaggio all'estero? «Al massimo, in auto, sono stata in Svizzera e Francia». Un posto in cui volerebbe subito se non avesse paura? «Negli Usa». Ma ha provato a decollare almeno una volta nella vita? «Catania-Roma, 25 anni fa. Mi imbarco su un Caravelle, ci sono onorevoli, personaggi dello spettacolo. Là davanti c'è un bambino che inizia a correre e saltare nel corridoio. Mi agito: “Stai seduto, amore”. Niente da fare. Si volta un passeggero: “Signora, ha paura che cada l'aereo se il pupo salta?”. E ride. Atterriamo, scendo a terra e mi inginocchio. “Grazie Signore. Non mi vedranno mai più su un aereo”». Marina, ora però voliamo insieme. Nel tempo, niente paura, e torniamo alla sua infanzia. «Nasco a Roma il 10 agosto». In quale anno scusi? «Nello 00! Devo ancora nascere...». Ok, niente età. Genitori romani? «Mamma Silvia, che non c'è più da tre anni, era di Ferrara, emiliana da sette generazioni. Papà Florindo Roberto, morto 22 anni fa, era tosco-viterbese». Scusi, ma Morgan è il cognome vero? «Nome d'arte, scelto all'età di 14 anni. Morgan come la fata e come il pirata. Subito depositato alla Siae». Quindi il cantante Morgan... «È arrivato dopo. E qualche tempo fa Fiorello, per prenderlo in giro, gli ha detto: “Ma sei parente di Marina Morgan?”» Torniamo a lei. Figlia unica? «Purtroppo sì, bambina bellissima e buona, occhi turchini, capelli biondi e poi rossi naturali. Legata a mamma. E se mai dovessi scrivere un libro lo intitolerei “Mia madre, la mia vita”». Subito attratta dal mondo dello spettacolo? «A 7 anni conquisto Charlie Chaplin». Scusi? «Tutto vero. Alle elementari ci portano a un suo spettacolo, a Roma. Quando finisce passa tra noi bambini e si blocca davanti a me, mi fissa e mi indica: “Very beautiful eyes”, occhi molto belli. Dopo qualche ora una zia chiama mamma: “Marina era a vedere Chaplin? Perché alla radio hanno detto che lui ha raccontato  di essere rimasto estasiato davanti agli occhi di una bambina di nome Marina!”». Come era Charlie Chaplin? «Capelli bianchi, abito grigio, occhi azzurri, due lembi di cielo». Marina bimba bellissima. Quando i suoi capiscono che potrà fare strada nel mondo dello spettacolo? «Subito. Mi iscrivo alla scuola San Paolo, vivaio per piccoli attori del cinema. Papà vende la profumeria e mamma mi segue ovunque. A 11 anni vinco un concorso e faccio fotoromanzi, corso di recitazione e dizione e a 13 anni vengo scelta per due commedie teatrali: “Amici per la pelle” e “Svolta pericolosa”». E la tv? E i film? «Per fare esperienza faccio la tv svizzera con Corrado, poi divento co-protagonista di Franco Nero ne “Il terzo occhio” e sono nel cast dello sceneggiato “L'ombra cinese” e poi de “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi». Finché, nel 1968... «Partecipo al concorso nazionale per annunciatrici. Selezioni pazzesche, vado avanti, faccio un corso di perfezionamento a Firenze di tre mesi e alla fine vinco. E avrei diritto all'assunzione». Ma...? «Tra le annunciatrici non c'è spazio». Sguardo furbo, il suo: non c'è spazio o non la vogliono? «Diciamo che non c'è spazio. E allora mi viene proposto un contratto a termine alla radio, dove conduco oltre 100 trasmissioni tra cui “Numeri uno” e “Permette cavallo” con Oreste Lionello». Quando il passaggio al video? «Squilla il telefono: “Signora Morgan, siamo del Tg2. Il direttore Barbato la vuole incontrare perché ci sarebbe da condurre una trasmissione sulle previsioni del tempo, serve un anti-Bernacca”. Accetto. Poi penso: sarà uno scherzo dei miei colleghi». Invece no? «Scopro che è tutto vero e nel 1975 faccio “Il tempo domani” con Mario Pennacchi,  prima di Tg2 Studio Aperto. Il programma va benissimo e così pretendo finalmente l'assunzione».  Come annunciatrice. «Già, nel 1976, ma per un mese inizio leggendo il Tg delle 22.30. Poi, finalmente entro nella squadra delle signorine buonasera». Ricordiamole. Annamaria Gambineri, Maria Giovanna Elmi, Paola Perissi, Roberta Giusti, Rosanna Vaudetti, Nicoletta Orsomando, Mariolina Cannuli e Maria Grazia Picchetti. «Bel gruppo, davvero». Ricorda il primo annuncio? «No. Ricordo solo che è a colori. E io sono l'unica che impara tutto a memoria. E il mio soprannome diventa “Pico della Mirandola”». Tutto tutto? «Sì e il difficile è quando c'è da raccontare il riassunto delle puntate precedenti degli sceneggiati. Niente a che vedere con il mestiere ora: c'è il rullo dietro alla telecamera e si registra tutto». Voi andavate in diretta? «Sempre». Qualche errore storico? «Un giorno ho in bocca una caramella. A metà annuncio mi va di traverso. Tossisco. E, candidamente, spiego: “Scusate, mi è andata di traverso la caramella”. Un'altra volta, invece, mi cadono a terra tutti i fogli che ho in mano. Mi abbasso, li raccolgo e sorrido: “Scusate, capita”». Mai avuto un attacco di ridarola? «Oh, spesso. Il segreto è concentrarsi e resistere». Parole, annunci, ma anche sguardi. Che conquistano. Molti in lei hanno sempre visto un simbolo erotico. «Non ho mai cercato di esserlo. Ho sempre provato a essere ironica, questo sì». Marina Morgan aveva ammiratori? «Tantissimi. Anche troppi». Cioè? «Per un periodo un tizio mi segue, mi aspetta sotto gli studi di via Teulada costringendomi a uscire dal retro, sostiene di essere il mio fidanzato. Un matto. E mi devo rivolgere alla polizia». Come si direbbe oggi, stalking. I regali più strani? «Oggetti in oro. E peluche a grandezza naturale. E fiori, un giorno mi hanno fatto trovare 500 rose rosse. Senza biglietto». Proposte di matrimonio? «Infinite». Marina Morgan annunciatrice. Ma non solo. Anche presentatrice de “Il Processo del lunedì”. «Appunto, annunciatrice e non valletta. Vengo chiamata nel 1982, c'è da dare la svolta al programma. Biscardi è in regia e conduce Ameri. Tutto funziona a meraviglia e lancio il programma, aiutata anche dalla vittoria dell'Italia ai Mondiali di Spagna». Poi, oltre agli annunci, lavora anche per “Raimondo” con i Trettrè. Per “I tre Moschettieri” e per “Telesogni”. «E anche per “Fantastico”, se non ci fosse stata un'incomprensione con Raffaella Carrà». Ccosa succede? «Vengo contattata per occuparmi degli sponsor all'interno della trasmissione. Si inizia, ma durante una delle prime puntate, per colpa di altri,  qualcosa non funziona e lei si arrabbia. Ci resto male, mi spiace, non voglio rovinare il nostro rapporto e decido di interrompere il lavoro. Ecco, a distanza di anni vorrei dire a Raffaella che le sarò sempre grata per avermi cercata». Marina, nel 2002 lei dice addio alla Rai. L'ultima storica annunciatrice a lasciare. Perché? «Volevo essere, non apparire. Mamma, la mia unica e vera compagna di vita, nel 2002 non sta bene. Mollo tutto per starle vicino. Nel 2007, però, se ne va. Ora sono sola. Ma lei è sempre presente. La fede mi dà un grande aiuto». È religiosa? «Sono molto credente. Anche perché ho avuto dimostrazioni pratiche». Le va di raccontare? «Ho conosciuto il mio angelo custode e ho visto la Madonna delle Tre Fontane. Soprattutto, ho conosciuto il Cristo». Davvero? E quando? Dove? Come? «Ho la presunzione di averlo incontrato a Ladispoli, 20 anni fa. Sono in auto con mamma e noto, dall'altre parte della strada, un uomo che indossa un saio, ha sandali da frate, barba rossa. Sembra l'immagine di un santino. Ci guarda e in lui rivedo il volto di Cristo. Bellissimo. Chiamo mamma: ”Guarda, è il Cristo!”. Faccio inversione, è di spalle. Scendo dall'auto e mi avvicino. Si gira, i nostri sguardi si incrociano e...». ...e? «Mi fissa, con ironia. Vorrei chiedere: “Ma tu sei Cristo?”. Non ne ho il coraggio, ma lui capisce e sorride come per dirmi: so che mi hai riconosciuto. Si volta e se ne va. Resto impietrita. Immobile. Lavata dentro. E la mia vita da quel momento cambia». Marina, noi invece cambiamo argomento. Ultime domande veloci. 1) Programma tv preferito? «“Amici” e “L'Isola dei famosi”». 2) L'annunciatrice più brava? Eccetto lei, naturalmente. «Nicoletta Orsomando». 3) Il personaggio più simpatico del mondo dello spettacolo? «Corrado era speciale. Un amore». 4) Musica preferita? «Lirica e classica». 5) Film preferito? «Tutti quelli sentimentali». 6) Una pellicola nella quale  le piacerebbe vivere per una settimana? «“L'amore è una cosa meravigliosa”». 7) Paura della morte? «Sì, anche se non dovrei. Ho il terrore ti tutto ciò che non conosco». 8) Rapporto con il sesso? «Il sesso è una questione intima». 9) Qualcuno che vorrebbe riabbracciare? «Papà, i nonni. Gli zii, tutti i componenti della mia famiglia che mi hanno lasciata. In assoluto, più di tutti, mamma». 10) Cosa sogna Marina Morgan? «Di vivere a lungo e serenamente. E, prima di morire, di riuscire ad andare in tre posti: Lourdes, Fatima e San Giovanni Rotondo». Ultimissima. Le offrono la possibilità di fare l'ultimo annuncio della sua carriera. Cosa le piacerebbe dire agli italiani? «Che Papa Wojtyla non è morto, ma è ancora tra noi».

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