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«Non mi hanno fatto più fare la Guapa perché davo fastidio alla Carrà»

Ballava la storica sigla di “Discoring” nel 1978, con Boncompagni che la incitava da dietro le quinte: «Baila, Guapa». Poi, dopo essere diventata mamma, è sparita

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Lei ballava con grazia, ritmo ed erotismo e intanto la voce di Gianni Boncompagni, da dietro le quinte, la incitava: «Baila, baila guapa». Discoring, anno 1978, trasmissione storica della domenica pomeriggio sul primo canale Rai. Impossibile dimenticare quella sigla. Impossibile dimenticare lei, che si presentò agli italiani come Gloria Piedimonte e in pochissimo tempo  li conquistò diventando semplicemente la Guapa. Un successo clamoroso, un disco, un film, applausi e fama, ma poi il passaggio dal top allo stop. La Guapa, diventata mamma, ha abbandonato  il mondo dello spettacolo. E si è ritirata. Ora, dopo 33 anni, si racconta e spiega perché le è tornata la voglia di ricominciare. Gloria Piedimonte, subito una curiosità. La infastidisce essere chiamata ancora Guapa? «Noooo, va bene anche Guapina. Mi piace». Guapina, che meraviglia questa campagna in provincia di Mantova. «Abito qui da un mese e mezzo, mi sto abituando poco alla volta. Svegliarsi la mattina con i suoni della natura è qualcosa di speciale, rigenerante. Roma mi manca, a Mantova stavo bene, ma in questa fase della vita ho scoperto la voglia di tranquillità. E poi qui sto a diretto contatto con gli animali. Li adoro». Ne ha molti? «Tre cani - Lilla, Bambi e Birba - e un gatto di nome Lucy. Con tutti loro ho un rapporto speciale, parliamo e ci coccoliamo. La mia ormai è una famiglia allargata». Gloria Piedimonte è sposata? «Da due anni con Mauro. Abbiamo scelto insieme di venire a stare tra la natura. Mio figlio Giovanni, che ha 30 anni, è rimasto a Mantova». E lei a Mantova ci era tornata da molto? «Sono rientrata nel 2000 per stare vicino a mia madre, malata di sclerosi multipla da 35 anni. È morta nel 2001». Cosa ha fatto la Guapa in questi ultimi dieci anni? «Di tutto, con umiltà. Ho lavorato sodo. Ho i diplomi di massoterapista, maestra d'asilo e vetrinista, ma pur di guadagnare qualcosa mi sono adeguata. Ho fatto la barista, turni di 14 ore con la gente che mi umiliava: “Potevi essere miliardaria e ti ritrovi a servire gli altri!”.  Ma io guardo avanti, sono positiva e non mi fermo mai. Per un anno e mezzo ho anche pulito i bagni di una fabbrica, non mi vergogno a raccontarlo». C'è da essere orgogliosi, non da vergognarsi. Ora invece che fa? «Scrivo poesie, dipingo. Ballo. Ho deciso di tornare nel mondo dello spettacolo. Almeno provarci». Come mai questa riscoperta del lato artistico? «Qualche anno fa un certo Marco Di Renzo, su Facebook, ha scritto a mio figlio chiedendo di me. Mi stava cercando da 30 anni! Gli ho risposto, ho capito che era una persona per bene e un giorno l'ho chiamato al telefono». E siete diventati amici. «Amicissimi. Qualche tempo fa suo cugino mi ha proposto di andare a La Spezia, per fare uno spettacolo a sorpresa in occasione del suo compleanno. D'istinto ho detto no: “Sono 30 anni che non mi esibisco!”. Poi mi ha convinto ed è stata un'emozione incredibile». E le è tornata la voglia. «Ho aperto un mio profilo su Facebook, ho scoperto che la gente si ricorda di me, ho tantissimi fan che vorrebbero rivedermi e applaudirmi. Così mi sono riappacificata con il mondo dello spettacolo dopo tante amarezze, ho l'entusiasmo giusto per ricominciare». Cosa le piacerebbe fare? «Cantare al Festival di Sanremo, fare la cantante ballerina che mette allegria e spiega che la vita non deve finire mai anche nei momenti più neri. Io ne ho passati molti fin da bambina, ma ho sempre reagito». Torniamoci, ai tempi della Guapina. «Nasco a Mantova il 27 maggio». Le sue biografie dicono 1955. «Ho qualche ruga, ma sono quelle della vita. Lei mi darebbe 55 anni?». È in gran forma, effettivamente. Palestra? «Mai fatta nemmeno da giovane. Tutta natura. E ballo. Appena sento due note mi scateno, è più forte di me». Figlia unica? «Sì. Ma papà fugge subito e divento figlia di n.n.: così mamma, quando ho 15 mesi, mi mette in collegio. Dal quale uscirò a 13 anni». L'ha mai rivisto suo padre? «Era l'uomo più ricco di Mantova, è morto tre anni fa. L'ho incontrato da ragazzina e poi ancora nel '90. So di avere due sorellastre più giovani, ma non conosco i loro nomi». Le è mancata una figura paterna? «Molto, come manca a mio figlio. Anche lui non ha mai incontrato suo padre, che mi ha lasciata quando ancora ero incinta». Poi ne parliamo. Ora torniamo al collegio. Il ricordo più brutto? «Il diavolo, le suore ci minacciavano così per farci stare buone. E dormivo con la luce accesa». Il più bello? «Quando arrivavano pacchi regalo per noi figli di n.n., scarpe, vestiti, giocattoli. Grande iniziativa voluta da Mussolini: era l'unico momento in cui non ci sentivamo abbandonati». La Guapina inizia a ballare già in collegio? «A 5 anni, con sotto braccio il mangiadischi, mi nascondo nella sala delle caldaie per ascoltare musica e danzare. E quando c'è Sanremo scappo dal dormitorio, faccio tutto il giardino al buio e mi nascondo dietro la finestra della sala tv, dove le suore stanno guardando il Festival. Un vero peperino, un terremoto». A 13 anni se ne va. «Mi trasferisco a Roma e raggiungo mamma, che nel frattempo si è messa con un altro uomo». E come avviene il contatto con il mondo dello spettacolo? «A 18 anni vado a vivere da sola, in albergo in piazza del Popolo. Faccio la segretaria per guadagnare qualcosa e vicino allo studio in cui lavoro c'è un piano bar frequentato da gente come Proietti, Paolo Ormi, Arbore. Io, che amo ballare, non sto mai ferma e vengo notata da un agente che mi propone un provino». Cinema? «Per il film “...a tutte le auto della polizia”. Mi prendono per una piccola parte». Tra gli attori c'è anche Ilona Staller. «Sempre sorridente, felice. Ragazza molto furba, ma anche intelligente». Scusi Gloria, perché ride? «Mi viene in mente un aneddoto divertente, ma non so se è il caso di raccontarlo. Non vorrei ci restasse male». Proviamoci, poi decidiamo insieme. «Stiamo girando “Vizi privati, pubbliche virtù” e Cicciolina si presenta al trucco sostenendo di dover fare un primo piano. I truccatori guardano il programma delle riprese e la fermano: “No, si sbaglia, guardi che non è previsto nessun primo piano su di lei”. Insiste. Poi si inizia a girare e...». ...e? «Il primo piano c'è, effettivamente. Ma è una ripresa da dietro. Sì, insomma, il fondo schiena!». Beh, divertente. Ilona in carriera ha fatto cose più audaci, via. Non ci resterà certo male. Avete lavorato molto insieme? «Qualche film, poi lei ha conosciuto Schicchi alla radio e le nostre strade si sono divise. Io non volevo spogliarmi». Molti dei film ai quali lei partecipa, però, vengono ricordati come erotici. Gira “La supplente” e poi “Oh, mia bella matrigna!” di Guido Leoni. «Ruoli minori». Poi “Liberi, armati, pericolosi” (1976). «Polizieschi tanto di moda in quegli anni. Vengo violentata e uccisa, chiaro che sono nuda!». Nel 1977 ha una parte in “La svastica nel ventre”. «Sì, ma di secondo piano. E  pensi che vengo accusata di essere nazista!». Gloria Piedimonte in quegli anni fa anche teatro? «Partecipo all'operetta “Non tutti i nudi vengono al pettine” con Sylva Koscina. E poi conosco Macario, con il quale ho l'onore di lavorare». Che ricordo ha di lui? «Senza recitazione sarebbe morto. Viveva per il suo teatro “La Bomboniera”. Io nel suo spettacolo ottengo subito una bella parte, ma poi scopro che per questioni di gelosie vengo mandata via ingiustamente». Già, gelosie. Gloria, lei era bellissima. Che rapporto aveva con il suo fisico? «Mi vedevo brutta. Ora, quando riguardo le fotografie di quei tempi, capisco che sbagliavo. Mi fossi vista per quello che ero davvero, avrei avuto più sicurezza». Quando Gloria Piedimonte diventa Guapa? «Una sera, mentre ballo sempre al solito piano bar, Paolo Ormi mi spiega che sta cercando una ballerina per un programma alla Rai. Rispondo che non mi interessa, perché non ho mai fatto una scuola, io mi muovo solo per istinto. Insiste, mi convince e vado in sala di incisione». Dove c'è Boncompagni. «È alla batteria. Mi sorride: “Fammi vedere cosa sai fare”. Io inizio a muovermi, danzare. Mi scateno e si improvvisa. Lui, attratto dai miei movimenti, grida “Baila, baila guapa”, forse perché è appena tornato dalla Spagna con la Carrà». Già, perché Guapa in spagnolo significa bella... E così le fanno un contratto per la sigla di “Discoring”, trasmissione cult della domenica pomeriggio sul primo canale Rai. Anno 1978. Ma lei partecipa a tutte le trasmissioni? «Nooo. Registro la sigla una volta e basta». Ed è un boom clamoroso. Diventa famosissima. «Ma iniziano anche i guai, perché conosco le persone sbagliate che mi sfruttano e basta». Come mai non partecipa all'edizione successiva di “Discoring”? «In quel periodo resto incinta di Giovanni. Al momento non se ne accorgono e continuo a lavorare, ma poi diventa un problema». La storia d'amore dura? «No, appena il mio compagno sa che aspetto un figlio sparisce e non lo rivedrò mai più. E così resto da sola, senza una lira. E rischio di morire». In che senso? «Depressione post parto, anemia. Mi salva un incontro casuale con l'attore Maurizio Arena. Ne uscirò grazie alle sue cure naturali a base di carciofo: uno schifo, ma decisive». Gloria, a proposito della sua gravidanza. Non si scandalizzi. Ai tempi, però, i giornali di gossip... Sì, insomma... «Ahahaha. No, non si preoccupi, so dove vuole arrivare. Qualcuno scrisse che il padre di mio figlio sarebbe stato Boncompagni! Noo, niente di vero. Anche perché Gianni l'ho visto veramente pochissime volte». Torniamo alla carriera. Oltre a  “Discoring”, nel 1978, da febbraio a novembre, la Guapa incide il disco “Ping pong Space”, “Uno” e poi farà “Ma che bella serata”. «Vendo un milione di copie. Ma il fatto di essere mamma mi frega anche nella musica». Perché? «La casa discografica propone di rescindere il contratto, che è di 5 anni, a causa della gravidanza. Sono costretta ad accettare, soprattutto per mio figlio». E la tv? «Mi nascondono. Dovrei fare il varietà “Luna Park” condotto da Pippo Baudo, ma vengo a sapere che il mio nome viene cancellato all'ultimo momento. E mi sostituiscono con Heater Parisi». Gloria, ma perché? Si è mai data una spiegazione? «Stavo diventando troppo famosa senza che nessuno avesse puntato su di me. Venivo identificata come la nuova Carrà o l'anti-Carrà. E questo ha dato fastidio a qualcuno». Nel 1979 esce il film “Baila Guapa” e poi lei piano piano sparisce. Per riapparire poi, nuda, in servizi fotografici su “Blitz” e “Le Ore”. «Da qualche parte recentemente ho letto che per questo motivo avrei fatto una brutta fine. Invece, ringraziando Dio, eccomi qui, sono una persona come le altre, serena e felice. Non è un servizio fotografico che può condizionare l'onestà di un individuo». Come nasce la decisione di posare senza veli? «Ho un figlio piccolo. La casa discografica mi ha lasciata a piedi e non ho visto una lira di diritti. La tv non mi chiama più. Le serate sono sempre meno e ho bisogno di soldi per mantenere me e Giovanni». Quindi che fa? «Quello che in quegli anni fanno moltissime attrici e donne di spettacolo come me. Un servizio fotografico di nudo. Chissà perché, però, il mio fa scandalo. Anzi, il perché lo so». Cioè? «Sono più brava delle altre. D'altronde quando faccio una cosa, io la faccio sempre bene! Ahahahaha». Buona questa. Perdoni la domanda diretta: mai ricevuto proposte per film hard? «Un giorno ricevo una telefonata: mi offrono un porno, tipo quelli di Cicciolina. Contratto da un miliardo netto di lire. Un miliardo! Sarei diventata ricca e chissà, ora sarei anche in politica! Ahahaha». Ma rifiuta. «Decisamente. Un conto è il nudo posato, un conto è l'hard». Qualcuno, però, sostiene che lei abbia girato una pellicola italo-turca dal titolo “Kriminal porno”. «Guardi, ho solo iniziato. Doveva essere un film poliziesco, insistevano che dovevo baciare con la lingua questo tizio mai visto e così ho lasciato il set. E me ne sono andata via, schifata! Esperienza sconvolgente. Mi sono esaurita, per un anno non ho più voluto toccare un uomo. Da quel momento ho detto basta. Stop a tutto. E ho cambiato vita. Mi sono trasferita in Sicilia per amore e ho fatto un corso di massoterapista. Poi, nel 2000, sono tornata qui a Mantova da mia madre». Gloria, ultime domande veloci. 1) Come si immagina tra 10 anni? «Una bella signora che sgambetta ancora in tv». 2) Rapporto con la religione? «L'ho studiata bene in 13 anni di collegio dalle suore. Sono cattolica, ma penso che sia sbagliato pensare che esista solo il proprio Dio. Dio è di tutti». 3) Paura della morte? «Un po'. Ma sono sempre più convinta che esista una sorta di reincarnazione». 4) Rapporto con il sesso? «Normale. Sono passionale, ma solo se ci sono intensità mentale e amore». 5) La Guapa ha un sogno? «Non rida, però. Sogno di partecipare ad “Amici”». Come insegnante di ballo? «Nooo, cosa ha capito? Come concorrente! Ho scritto tre lettere alla De Filippi, ma non ho avuto ancora il coraggio di spedirle...».

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