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Parigi sfila e delude

La moda del pizzo è una giostra nauseante

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Parigi chiude la stagione delle grandi sfilate del pre-a-porter tra pizzi e plissè. Che orrore. La prossima primavera-estate ci vestiremo  come la stagione  appena passata e come l'inverno che sta per arrivare. Diciamo che la fantasia creativa  degli stilisti è scarsa. Anzi, scarsissima. Sparita. Scomparsa. Non c'è uno stilista che non abbia fatto uso e abuso di pizzi e merletti. Va bene un revival, una stagione, ma per tre,  forse anche quattro, consecutive è davvero troppo. Abiti sottoveste, sangallo a vista, merletti che spuntano da orli e scollature. Non se ne può più. È a dir poco nauseante. Vero   è  che il pizzo è  stato rivisitato e  stravolto. Invece che giocare di fantasia   per farsi venire qualche idea  nuova, i designer  si sono dati un gran da fare  per renderlo (il pizzo) addirittura improbabile:  sintetico, siliconato, di poliestere. Che orrore.  Ma quello che più fa orrore è che non ci sarà alcuna pausa. Il pizzo lo abbiamo visto per tutta l'estate, a partire dalla primavera, in  spiaggia sul bikini e sul copricostume, in città su abiti corti o lunghi fino ai piedi, in montagna sull'orlo dei bermuda, in campagna sulle magliette e sulle gonnellone a quadri. Non c'era mise a cui non sono state appiccicate strisce e striscioline di tessuto  francese, inglese, svizzero bucherellato. Di cotone o seta, colorato o carne, macro o micro. Ora  quelle stesse trasparenze in macramé e sangallo le ritroviamo  appena farà  un po' freddo sul cardigan di lana  pesante  o sotto il soprabito e il cappottino in panno, su borse e pochette, su ballerine e scarpe con tacco alto.   Gli stilisti che hanno appena sfilato ci dicono: non è finita. Sarà così anche la prossima primavera-estate. Sembra uno scherzo. Un tormentone. E pensare che Louis Vuitton, Dolce & Gabbana, Prada o Miu Miu (nella foto sopra, l'ultimo modello prossima primavera estate  che ha  sfilato a Parigi)  quasi litigano per  rivendicarne la paternità. È ancora da chiarire chi dei quattro abbia per primo portato in passerella il pizzo.  Di sicuro il primo che  ci libera da questa ossessione  sarà da applauso. Si sente il bisogno di altro, di  una boccata di aria fresca. Basta  fronzoli,  veli e ricami. Basta con quel pizzo che sembra sottolineare il desiderio  quasi morboso di voler far tornare  una femminilità (ormai obsoleta) che fa parte solo del passato. E che torna, se proprio deve,  solo  nelle collezioni degli stilisti.

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