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Terremoto in Cile, 5 morti e un'allerta tsunami. E 300 detenute riescono ad evadere dal carcere

silvia belfanti
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Un terremoto di magnitudo 8.2 sulla scala Richter ha colpito ieri - 1 aprile - il Cile settentrionale, provocando almeno cinque morti e un'allerta tsunami, che si è estesa anche a Colombia, Ecuador, Panama, Costa Rica e Nicaragua. L'epicentro del terremoto è stato registrato in mare, un centinaio di chilometri a largo dal porto di Iquique, ad una profondità di 38,9 chilometri. Circa 45 minuti dopo il sisma, la marina cilena ha riferito che un'onda di tsunami alta due metri ha raggiunto le coste. In Cile, le città più colpite sono Arica e Iquique, vicino alla frontiera con il Perù, dove il sisma ha provocato anche incendi e l'interruzione della fornitura di energia elettrica. Dopo la prima scossa ve ne sono state almeno altre 14 di assestamento. Approfittando del sisma, poi, circa 300 detenute sono evase dal carcere femminile di Iquique; lo ha reso noto il ministero degli Interni, annunciando l'invio nella zona di un centinaio di uomini delle forze speciali. Inoltre è stato deciso il dispiegamento in città di un altro centinaio di uomini della polizia e dell'esercito. Nelle ore successive al sisma sono state catturate 26 fuggitive.

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