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Senato, ddl sul voto di scambio è legge: caos in Aula, due grillini espulsi

simone cerroni
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Nella bagarre più assoluta dell'Aula, tra gli insulti e i cartelli provocatori degli esponenti del M5S, il Senato ha approvato il ddl sul voto di scambio tra politica e mafia. Con 191 sì, 32 no e 18 astenuti Palazzo Madama ha dato il via libera al provvedimento in quarta lettura, coi voti favorevoli di tutti i gruppi a parte Lega Nord (astenuta) e, appunto, Movimento Cinque Stelle (contrario). Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso, le pene previste dal provvedimento per questo reato saranno applicate alle elezioni Europee previste il 25 maggio prossimo. Tra gli emendamenti dell'articolo 416 bis del codice penale ci sono: L'eliminazione del termine "qualsiasi" riferito alle "altre utilità" che sono sanzionabili; l'eliminazione della punibilità della "disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione" mafiosa; la riduzione delle pene da un minimo di 7 a un massimo di 12 anni di reclusione a quella di un minimo di 4 a un massimo di 10 anni. La protesta dei 5 stelle - Provvedimenti che hanno fatto infuriare il M5S, che durante la discussione in aula si sono alzati in piedi e scandito cori come: "Fuori la mafia dallo Stato!". A quel punto il presidente Piero Grasso ha richiamato all'ordine i parlamentari, invitando in particolare i 5 Stelle a "permettere ai colleghi di parlare liberamente". Ma i suoi tentativi sono stati vani e i grillini hanno esposto delle fotografie che accostavano Silvio Berlusconi a il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e altre che riportavano Matteo Renzi con la coppoletta siciliana seguito dalla scritta: "I padrini del voto di scambio". Dopo più di un tentativo il presidente del Senato ha espulso dall'aula due senatori del M5S. Per primo Vincenzo Santangelo e a seguire Alberto Airola, per aver disturbato animatamente i colleghi senatori impegnati nelle dichiarazioni di voto sul disegno di legge relativo al voto di scambio politico mafioso. "Non accetto cori né gazzarre". Poi il rimprovero ai due senatori pentastellati: "Avete la possibilità di rientrare solo se vi scusate, l'ordine lo stabilisco io". In particolare, Grasso rivolgendosi a Santangelo che continuava a gridare lo ha ammonito: "senatore, se io le dico di tacere lei deve tacere".

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