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Iran, esecuzione fermata all'ultimo minuto: la madre della vittima perdona l'assassino

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Serena Cirini
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Salvato dalla morte all'ultimo istante. Balal, un ragazzo iraniano di 20 anni, era stato condannato all'impiccagione per aver accoltellato e ucciso il diciottenne Abdollah Hosseinzadeh durante una rissa. Secondo la legge della vendetta (quisas), prevista dalla giurisprudenza islamica, avrebbero dovuto essere i genitori della vittima a spingere la sedia della pena capitale. La madre di Abdollah, però, ha deciso di rinunciare alla vendetta: a pochi istanti dall'esecuzione, si è avvicinata a Balal, lo ha schiaffeggiato e poi ha detto di averlo perdonato. A quel punto, il marito è andato a togliere il cappio dalla testa del giovane assassino. Secondo l'ultimo rapporto di Amnesty international sulla pena capitale, nel 2013, l'Iran, con almeno 369 esecuzioni, è stata seconda solo alla Cina, che ha mandato a morte 778 condannati. Le foto, pubblicate dal The Guardian, sono state scattate dal fotografo Arash Khamooshi, dell'agenzia semiufficiale Isna, 

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