Prove d'intesa

Quirinale, Bersani abbraccia Alfano,il patto per mandare Marini al Colle

Ignazio Stagno

Mentre il Partito Democratico si prepara a votare con il Popolo delle Libertà Franco Marini presidente della Repubblica nonostante le contestazioni che arrivano da tutto il partito e dagli elettori, fa un certo effetto vedere Pier Luigi Bersani e Angelino Alfano abbracciati. L'inciucio o l'intesa, chiamatela come volete ormai dovrebbe essere cosa fatta. Gli unici a non digerire il patto sono i democratici e soprattutto gli elettori del Pd che vedono nell'alleanza col Cav una sorta di patto col diavolo. Intanto la votazione è iniziata alle 10 la votazione a Camere riunite per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. Per essere eletto, il Capo dello Stato deve raggiungere la maggioranza qualificata (almeno i due terzi dell'assemblea) formata da 672 voti. Hanno già votato i senatori, tra cui Silvio Berlusconi arrivato a Montecitorio solo alla terza chiamata. Ora tocca ai deputati e poi ai grandi elettori (tre per Regione più uno per la Val D'Aosta). Franco Marini, lo testimoniano gli abbracci tra Alfano e Bersani è il nome su cui dovrebbero convergere i voti di Pd e Pdl. Ma il voto non è palese e di franchi tiratori in parlamento ce ne sono tanti. Il Movimento Cinque Stelle e Sel proporranno Stefano Rodotà. Un nome che sarebbe andato bene anche al centrosinistra, ma di sicuro Marini dà più garanzie a Bersani che pensa solo a Palazzo Chigi. Presidente del Senato intercettato dai alcuni giornalisti ha detto di non temere alcuna scissione sul suo nome. Secondo i calcoli e le indiscrezioni con 70 franchi tiratori non riuscirebbe a essere eletto. Al voto su Marini nel Pd in 90 hanno detto "No", tutti renziani e prodiani. Ora il momento della verità è vicino. Baci e abbracci fin quando dureranno? Una cosa è certa Bersani ha già perso. Lui non decide nulla. Alle cose importanti ci pensa il Cav. (I.S.)