Prima il disastroso terremoto che si é abbattuto sul Giappone, poi la tempesta finanziaria che quest'estate ha investito l'economia globale a causa degli eccessivi debiti pubblici in Europa e negli Stati Uniti: si è aperto su uno sfondo di nubi nere il salone di Francoforte, il principale palcoscenico dedicato all'auto con 90 anteprime mondiali. Una scommessa anti-crisi che tutta l'industria automotive, presente in forze a Francoforte, non può permettersi di perdere se vuole evitare lo spettro della recessione. Per questo il rilancio della domanda di nuove vetture, che come in ogni momento di crisi deve fare i conti con il calo della fiducia dei consumatori ed ora non ha più neanche il sostegno degli incentivi, è affidato in gran parte a citycar e modelli 'compatti', tutti rigorosamente eco-compatibili per contenere i costi di gestione e rispettare le stringenti norme europee. Un trend, questo, che rappresenta una assoluta novità soprattutto per i costruttori di lusso tedeschi. Quest'anno a Francoforte sia Bmw, Mercedes, Audi che Volkswagen, pur continuando ad avere bilanci floridi grazie alla poderosa domanda di modelli 'status symbol' che arriva dalla Cina e da altri mercati emergenti, tra le loro 45 primizie hanno deciso di puntare i riflettori su vetture di volume, più accessibili alle esigenze di un mercato europeo stagnante che, secondo le stime degli analisti, continuerà a perdere colpi anche il prossimo anno. Così, oltre all'anteprima mondiale della nuova Fiat Panda, a Francoforte sfileranno in pubblico per la prima volta la Volkswagen up!, che lancia la sfida alla stessa Panda ma anche alla Fiat 500 per proiettare la casa di Wolfburg verso il traguardo di primo produttore mondiale nel 2018, la Mercedes Classe B, la Bmw Serie 1, l'Audi Urban Concept. D'altra parte le previsioni degli analisti parlano chiaro. Moody's rivede al ribasso le stime sulla crescita della domanda globale di auto dal 5,1% al 3,5% per l'anno in corso e dal 7,4% al 6,5% per il 2012. In particolare, nei prossimi 12-18 mesi, secondo l'istituto di rating, la crescita inferiore al previsto dei Pil nei mercati maturi ed i maggiori tassi di interesse imposti per abbattere l'inflazione nei Paesi emergenti, in particolare Cina e India, peseranno sui bilanci dei costruttori automobilistici. Gli analisti di PricewaterhouseCoopers vedono un "difficile" quarto trimestre in Europa occidentale che trascinerà l'intero anno verso un calo delle vendite di vetture del 2,5% a 13,4 milioni. Anche J.D.Power vede per l'economia europea "un severo calo di lungo termine" e per questo ha abbassato le stime di produzione di auto nel 2012 di 820 mila unità, a poco meno di 20 milioni (-1,4% sui 20,2 milioni stimati nel 2011), e nel 2013 di 1,05 milioni di unità. Nel 2012, secondo J.D.Power, rallenteranno anche le economie di Cina e mercati emergenti e questo porterà ad un taglio delle esportazioni, soprattutto per i brand 'premium'. Un avvertimento, per Rolls-Royce che quest'anno potreb