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L'uomo di Trump in Europa: "Io so la data, la vostra moneta unica ko"

Alessandra Menzani
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«L' euro? Non credo che sia solo una moneta decotta, ma un vero problema. Per gli europei ma anche per tutti gli altri. La mia previsione è che sia destinata al collasso. Diciamo entro un anno, forse 18 mesi». A dirlo stavolta non è un arrabbiato euroscettico o uno studioso, pur autorevole come il premio Nobel Joseph Stiglitz, bensì il professor Ted Malloch, destinato con ogni probabilità ad assumere l' incarico di ambasciatore degli Usa presso l' Unione Europea. In un' intervista alla Bbc, concessa alla vigilia della visita del premier Theresa May negli Stati Uniti, primo incontro ufficiale con un capo di Stato straniero di Donald Trump, Malloch è sceso in campo per mettere in guardia Bruxelles contro eventuali pressioni sulle relazioni tra Londra e Washington. Malloch, che insegna alla Henley Business School, non ha esitato ad adottare toni ben poco diplomatici. «Io vi posso dare un consiglio finanziario», ha detto, «andate corti sull' euro, e non vi sbaglierete». Qualcosa più di un consiglio se si pensa che Malloch, sostenitore della prim' ora di Trump, ha avuto di recente un lungo colloquio con il presidente. Fonti di Washington danno per scontato che una delle prime nomine che verranno effettuate da Rex Tillerson, il nuovo segretario di Stato ex Exxon, sarà proprio la nomina di Malloch cui toccherà un ruolo di punta nel ridisegnare i rapporti tra gli Usa e l' Europa all' insegna dello scetticismo per la moneta unica. Il primo obiettivo dichiarato è di procedere ad un accordo bilaterale tra Londra e gli Usa in tempi stretti, non più di 90 giorni. Sembra impossibile, a giudicare dai tempi biblici dei negoziati commerciali. «Ma non per me», replica il prossimo ambasciatore. «Vorrei ricordarvi che molti tra i più importanti M&A della storia finanziaria sono stati pensati e realizzati anche in meno tempo. Alcuni di noi hanno alle spalle esperienze a Wall Street ed alla City e sono perfettamente consapevoli che quando metti in una stanza le persone giuste con o dati giusti e la giusta energia si possono fare miracoli. E vi assicuro che Trump ha la giusta energia». La tesi degli euroburocrati, però, è che la Gran Bretagna non ha titolo per sottoscrivere trattati commerciali autonomi, tantomeno con gli Stati Uniti, finché non sia completato il percorso della Brexit. Se ne potrà parlare solo dopo l' uscita formale di Londra dalla Comunità europea. «Penso che sia una pretesa assurda», ha commentato Malloch, «un inghippo da avvocati privo di senso politico. È come quando ingiungi alla moglie da cui stai divorziando di non avere relazioni con un altro: un diktat del genere è destinato a non funzionare». Questo perché esiste un «evidente interesse» per Londra a stabilire una chiara e non equivoca alleanza con gli Usa. Ma, replicano gli scettici, i tempi saranno lunghi perché vanno rimossi molti ostacoli, non solo di natura commerciale. Vanno ridisegnati, ad esempio, i confini dei protocolli sanitari, per non parlare dei problemi legati all' organizzazione mondiale del commercio, il Wto, cui la Gran Bretagna partecipa come parte integrante della Ue. «Capisco i problemi tecnici», ha replicato Malloch alla Bbc, «ma sono certo che l' evoluzione del quadro politico sarà così rapida da render possibile un accordo diretto con Londra senza interferenze europee. Anzi, non mi stupirei se le prossime elezioni in Olanda, Francia e Germania provocassero un' accelerazione della disgregazione dell' Unione Europea: gli Usa potrebbero realizzare diversi accordi bilaterali con l' Europa sulla base del modello che utilizzeremo con Londra». Sembra fantapolitica. «Trump è un fiero oppositore degli accordi sovranazionali. Lui crede negli Stati nazionali e nelle relazioni bilaterali, per questo ha messo nel mirino l' Unione Europea». E l' euro, ovviamente. «Credo che sia destinato a scomparire, così come ha scritto Stiglitz». Senz' altro la pensa così l' uomo che Trump invierà alla corte di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel. Con licenza di uccidere la moneta unica. di Ugo Bertone

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