Per sempre Monica

La Dolce Vitti: Roma Celebra la grande attrice con una mostra fotografica

Giulio Bucchi

“Io faccio un mestiere che è sempre in pericolo. Recitare è legato a uno stato d’animo: si può diventare cattivi attori da un momento all’altro. Basta che succeda qualcosa nella nostra vita, nel nostro cervello o addirittura nel nostro sangue. Si spezza qualcosa, e uno non sa fare più niente. Come un falegname che ha il martello in mano e non ricorda più come si usa”. Con queste parole, oggi quanto mai commoventi, Monica Vitti illustrava, in una rara intervista autobiografica, la sua definizione del ruolo di attrice. Nonostante la malattia che da tempo l’ha allontanata dai set e dalla vita pubblica, è lei “l’anti diva” del cinema più amata dagli italiani. A rievocarne il fascino, l’ironia e quella voce roca inimitabile ci pensa ora una grande mostra. Circa 70 ritratti fotografici, in maggioranza inediti e provenienti da archivi pubblici e privati, per raccontare – sul filo dei set e delle emozioni – una delle più grandi interpreti della settimana arte: Monica Vitti. Pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, classe 1931, indimenticabile musa di Antonioni per tutti gli anni ‘60, nella vita come sul grande schermo. Dove debutta a soli 14 anni per calcare le scene, ininterrottamente, fino al ritiro nel 2002 a causa delle sue condizioni di salute. “La Dolce Vitti” è il grande (e dovuto) omaggio che dall’8 marzo, festa della Donna, fino al 10 giugno, l’Istituto Luce dedica alla conturbate “ragazza con la pistola”. Dal titolo dell’omonimo film del 1963 diretto da Mario Monicelli, tra i primi maestri della commedia all’italiana ad averne intuito le straordinarie potenzialità di attrice comica. Una tra le dive più amate, e schiaffeggiate, del nostro cinema. Non a caso è diventata un cult la scena della lite a suon di ceffoni, girata tra le dune di Sabaudia, tra Alberto Sordi e la Vitti (la cui controfigura era Fiorella Mannoia) in “Amore mio aiutami” del 1969, che su You Tube registra oltre 26mila visualizzazioni. La mostra, ad ingresso gratuito presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, ha l’ambizione di ripercorrere tutta la sua carriera in chiave multimediale. “La responsabilità e l’orgoglio di poter raccontare la storia di un’attrice immensa... Ne è nata una mostra da vedere, sentire, toccare” commenta Marco Dionisi, uno dei tre curatori con Nevio De Pascalis e Stefano Stefanutto Rosa. Versatile sia come attrice comica che drammatica, Monica Vitti annovera nel suo palmarès ben 5 David di Donatello, un Leone d’oro alla carriera, un Orso d’argento alla Berlinale. Doppiatrice dal timbro unico (ha prestato la voce nel film d’esordio di Pasolini, “Accattone”, ne “I soliti ignoti” di Monicelli e doppiato star come Diane Keaton in “Senti chi parla adesso!”), sin da giovane calca le scene dei maggiori palcoscenici teatrali, trionfa sul piccolo schermo fino ai “suoi” ultimi film d’autore. Tra magnifici scatti fotografici, installazioni audio e video, rari filmati d’archivio e brani autobiografici, “La Dolce Vitti” ripercorre il suo ruolo di musa e di donna. E il suo stile iconico che, a 86 anni compiuti, ne ha consacrato il fascino inossidabile nel cuore di tutti gli italiani. di Beatrice Nencha