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A Napoli il primo orto terapeutico per disabili curato dai nonni di Coldiretti

Giulio Bucchi
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Il primo orto terapeutico “fuori terra” nel cuore del centro storico di Napoli è dedicato a persone diversamente abili e a curarlo saranno i nonni custodi, agricoltori in pensione della Coldiretti. Il taglio del nastro questa mattina nella sede dell'istituto Don Orione Piccolo Cottolengo in via Donnalbina. Il progetto di agricoltura sociale nasce dalla cooperazione tra il Don Orione, la Coldiretti Campania e l'impresa sociale Panta Rei ed è patrocinato moralmente dal Comune. L'orto si svilupperà nel cortile del palazzo cinquecentesco che ospita lo storico centro di assistenza e sarà allestito dai nonni custodi della terra, agricoltori in pensione della Coldiretti iscritti all'associazione Federpensionati. Non essendoci né giardini né terreno coltivabile nella struttura, saranno predisposte strutture in legno che permetteranno la crescita di piante officinali, alberi da frutto e prodotti orticoli di stagione. «Promuoviamo questa iniziativa perché crediamo molto nel fare rete - afferma Pasquale Antonio Riccio, amministratore di Panta Rei - siamo perciò lieti di sostenere il progetto che è innovativo per la nostra città». «Abbiamo 800mila soci e siamo la prima organizzazione in Italia e in Europa - spiega Giorgio Grenzi, presidente nazionale di Federpensionati - ci occupiamo anche di questi problemi sociali. Oggi veniamo direttamente con i nostri pensionati che hanno cultura di assistenza in città a creare un orto urbano per dare una mano a chi ha bisogno. Per riabilitare la terra e gli animali sono molto importanti, in questo caso rieducativi e possono creare una traiettoria di futuro alle persone che purtroppo sono state sfortunate». In rappresentanza del Comune Francesco Vernetti, presidente della commissione agricoltura del Consiglio comunale: «Oggi è una giornata importantissima, una start up fondamentale con valenza biunivoca sul sociale: da un lato i pensionati della Coldiretti che hanno dato gratis la loro disponibilità per le persone diversamente abili, dall'altro i diversamente abili verso la madre terra. Questo rientra nell'ambito di un grande progetto che stiamo mettendo in campo, con un percorso tra agricoltura e alimentazione, con scuole elementari che partecipano a giardini sensoriali all'interno degli istituti e allo stesso tempo parte un progetto con il presidente dell'Ordine degli alimentaristi di Campania e Lazio per la corretta alimentazione». A tagliare il nastro dell'orto terapeutico Chiara Marciani, assessore regionale alle politiche sociali: «Nel cuore di Napoli da oggi c'è una struttura di sostegno a fasce deboli e avere unito pensionati con disabilità è un progetto importantissimo. L'orto con i rituali legati alla stagionalità, alla passione e alla pazienza che ci devono essere ha sicuramente un aspetto terapeutico fondamentale. Come Regione stiamo facendo rispetto a percorsi formativi per la disabilità. Quindi avere già una struttura come questa può essere una base per far in modo che anche i corsi che partiranno a breve possano riguardare i percorsi legati all'agricoltura e a queste figure professionali». Nel corso della cerimonia di inaugurazione si è svolto il convegno dal tema “Benessere e reti sociali in aree urbane”, patrocinato da “Scegli Napoli”, progetto per l'autonomia varato dal Comune. Oltre a don Nello Tombacco, direttore del Piccolo Cottolengo, Franco Scorziello e Giorgio Grenzi, rispettivamente presidente regionale e nazionale Federpensionati, sono intervenuti, tra gli altri, Teresa Boccia, Lupt - Università di Napoli Federico II, Fabio Rossi, revisore di Panta Rei e il vice presidente nazionale di Coldiretti, Gennarino Masiello. di Giuliana Covella

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