Partigiani

Costume da bagno "fascista", il caso a Empoli: la sinistra protesta, ritirato dal commercio

Giulio Bucchi

Un costume da bagno "fascista", contro cui si è scagliata la comunità Csa Intifada (un nome un programma) di Empoli in nome dei valori della Resistenza. Risultato: la ditta produttrice, la toscana Swimxwin, ha preferito ritirare il prodotto dal mercato per evitare polemiche. E pazienza se il costume in questione sapesse tanto di goliardata: nero, con tricolre in bella evidenza e il motto coniato tra Anni 20 e 30, Boia chi molla, in bella evidenza sul sedere. E chi non ne coglie l'ironia potrebbe aver qualche problema. Eppure  Nero. Col tricolore sul fianco e la scritta «boia chi molla» sul retro. Difficile non coglierne l'ironia, eppure nella piscina comunale di Empoli, quando hanno visto alcuni ragazzini indossare quegli slip, è scattata la rivolta "partigiana". "Abbiamo anche costumi e cuffie con l'immagine di Che Guevara e con la scritta hasta la victoria siempre»- ha assicurato uno dei responsabili dell'azienda, Giovanni Pistelli -. Questo significa che il nostro intento non è fare politica, ma attirare l'attenzione di chi compra questi articoli. Boia chi molla, per noi, è l'incitamento a dare sempre di più in vasca. Hasta la victoria siempre, invece, vuole intendere di puntare solo a vincere". "Speriamo che la scelta di produrre questo costume rappresenti uno scivolone dal punto di vista del marketing aziendale e, ovviamente, ne chiediamo la rimozione dalla collezione - è stato il commento di Csa Intifada -, invitando anche i gestori della piscina comunale di Empoli a vietare l'ingresso a chi ostenta immagini nazifasciste".