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Arte e creatività innovano scienza e imprenditoria al Festival di Ancona

Andrea Tempestini
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Un algoritmo prodotto da una macchina-opera d'arte - l'oracolo “Stakhanov” creato da Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, esposto già a Berlino e in altre capitali europee - che consente di produrre profezie autonome sul nostro futuro servendosi dei “big-data” (le “tracce” digitali tanto care alle società di marketing per capire le nostre intenzioni, siano esse di acquisto o di voto, ndr) immagazzinati nel Cloud; una grande installazione - che sarà il cuore dell'opera dedicata all'integrazione sul mondo del lavoro, “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto - costruita da dipendenti stranieri, che porteranno ad Ancona i prodotti più rappresentativi delle aziende per cui lavorano; un'edizione limitata di 200 lattine commercializzate con l'etichetta “Real Shit” – ideate dal duo creativo Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, ispirate all'opera dell'iconoclasta Piero Manzoni - contenenti letame organico biologico per creare il proprio orto nei centri urbani. Da oggi all'8 aprile parte ad Ancona “Art+b=love(?)”, il primo festival italiano dedicato all'arte che innova la scienza, le imprese e la società. Una full immersion all'ombra della Mole Vanvitelliana dove arte, intelligenza artificiale, saperi antichi e creatività si (con)fondono, attraendo giovani artisti, youtuber, studenti e creativi. Senza perdere d'occhio il mondo dell'imprenditoria, che nelle Marche ha il suo cuore pulsante nel settore manifatturiero. Ancona si trasformerà così in una mini Silicon Valley, grazie al patrocinio dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) e a una serie di sponsor pubblici e privati. Per esempio, attraverso il talent show “Break-in Hackathon” dove una cinquantina tra artisti e uomini di cultura “saranno formati da tutor all'utilizzo della metodologia “break-in the desk” per avviare progetti candidati a ridisegnare il turismo portuale di Ancona, il cui indotto per la nostra Regione è enorme” spiega Federico Bomba, che con Cesare Biasini cura la direzione artistica della kermesse. Ma nelle Marche, dove questi ragazzi vorrebbero trapiantare l'usanza americana delle “Creative Mornings” – appuntamenti fissi, una volta al mese, per stimolare il networking tra creativi e mondo delle imprese, con l'obiettivo di creare una vera “factory” permanente dedicata all'innovazione – il terremoto è ancora una ferita aperta, soprattutto nelle aree più interne dove la ricostruzione procede con lentezza e tra enormi disagi. “Tutti i fondi, compresi quelli europei destinati all'Innovazione, sono stati giustamente dirottati alle popolazioni terremotate – spiega Bomba – il progetto a cui stiamo lavorando, in collaborazione con l'Università e la Camera di Commercio, si chiama “Hero” e riguarderà 45 comuni del maceratese colpiti dal sisma”. L'acronimo del progetto, finanziato con 100mila euro di un band lanciato dal Ministero per la Gioventù nel 2014 e vinto insieme al comune di Cagliari, sta per “How enterprises overcome obstacoles” (come le imprese possono superare gli ostacoli). L'obiettivo è trasformare la storia delle imprese locali in un film: “Con i sindaci e l'aiuto della sceneggiatrice Alessia Tripaldi abbiamo già ricostruito una storia della marca maceratese, per lanciare sul mercato un unico brand che valorizzi i nostri borghi, oggi spopolati per via del terremoto, e rilanciare l'eccellenza dei nostri prodotti”. di Beatrice Nencha

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