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Aero-reportage sui cieli di Bolzano con "Huey" e gli Alpini

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Marco Petrelli
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Bolzano, 3 marzo. L’attesa in aula è stata lunga, come lunghe sono state le lezioni in materia di sicurezza. Ma tant’è, non si sale a bordo di un aeromobile senza prima conoscere le basi dell’imbarco-sbarco. 
La compagnia del 5° Alpini freme sulla pista del “Sabelli”, aeroporto di Bolzano sede il 4° ALTAIR, Reggimento dell’Aviazione Esercito comandato dal Colonnello Luca Piperni.
Gli AB205 sono schierati a pochi metri dalle penne nere, i cui occhi fissano il muso leggermente all’insù dell’aeromobile icona della Guerra in Vietnam.
C’è ancora un po’ da attendere. Il sottufficiale pilota continua infatti nella sua spiegazione: 

“A terra si sta in formazione, garantendo così copertura alle operazioni di imbarco. Uno alla volta, mai passare dietro! Lo ripeto ancora una volta: dietro c’è l’elica di coda ed è pericoloso!”

Turbina accesa, motore in tensione, rotori che iniziano a girare. E’ il segnale che i 205 sono pronti. La prima squadra (sei militari) si imbarca per una prova. A terra si posiziona a “V” con le armi individuali puntate all’esterno; poi, in fila indiana sale sul pianale dell’elicottero. Il penultimo da un colpo alla spalla dell’ultimo collega per fargli capire che è arrivato il suo turno. Portellone chiuso, decollo, breve rotta e di nuovo a terra.
Test positivo. Ora la parte più operativa: si vola verso la zona chiamata “Victor 1”, radura a 3000 metri di quota. 
Lo specialista di bordo indica di tirare la maniglia. Una fessura di pochi centimetri è il regalo inatteso per il fotografo che subito punta l’obiettivo all’esterno verso l’altro aeromobile. 
Sembra di essere in Apocalypse Now. La sagoma del 205 si staglia nel cielo sopra Bolzano effettuando virate strette e mostrando il fianco, quasi si metta in posa. La vegetazione sempre più fitta (siamo in prossimità dei monti) fa apparire lo sfondo come una Saigon nel cuore dell’Alto Adige. 

Prendiamo terra. Dopo la nevicata della notte precedente la radura è coperta da un tappeto bianco. “Huey” (come è conosciuto fra gli americani) riprende quota. Inquadrato si lascia immortalare con alle spalle la sagoma del secondo elicottero in avvicinamento. 
Eli-sbarco del team di alpini. In mezzo alla neve fresca, col 55-200 puntato si riesce a documentare tutta l’operazione. Le penne nere saltano giù, prendono posizione, coprono la risalita e tornano velocemente alla base. 

Ecco il foto-racconto. 

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