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Strasburgo, usavano in patria i collaboratori pagati dall'Europa: ecco chi dovrà restituire i soldi

Giovanni Ruggiero
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Sulle casse del Parlamento di Strasburgo ci sarebbe stato un vero e proprio assalto, con un abuso sistematico dei rimborsi spese concessi ai gruppi politici. Come riporta Repubblica, nel mirino delle inchieste per frode ai danni dell'Europarlamento ci sarebbero soprattutto i partiti più euroscettici, a cominciare dal Front National di Marine Le Pen, oltre che lo Ukip di Nigel Farage e Diritto e Giustizia del polacco Jaroslaw Kaczynski. Il meccanismo collaudato prevedeva l'assunzione di collaboratori pagati direttamente da Stasburgo, ma poi impiegati in patria per l'attività del partito. Farage dovrà già restituire un milione di euro per i contratti ritenuti illegittimi. Nel calderone sono finiti anche un po' di italiani. Per esempio l'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, che dovrà restituire 126 mila euro percepiti da Luisa Costa, sua madre, assunta dal 2009 al 2010. Il regolemento europeo vieterebbe l'assunzione di parenti di primo grado. Non mancano anche europarlamentari grillini, come Daniela Aiuto che ha chiesto migliaia di euro per sei ricerche di lavoro, scopiazzate da Wikipedia. E poi c'è Laura Agea, che ha assunto come collaboratore un imprenditore che non avrebbe mai avuto il tempo di svolgere il suo lavoro a Strasburgo. Il tempo però lo trovava quando doveva aiutare la deputata in ambito locale.

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