Ferruccio De Bortoli, la rivelazione su Gianni Agnelli e Dalida di Lazzaro
Non c'è solo Maria Elena Boschi nell'ultimo libro di Ferruccio De Bortoli Poteri forti (o quasi). Ce'è anche Gianni Agnelli, che fu "un editore largamente sui generis. I giornali li leggeva, gli piacevano. Era curioso di conoscere i retroscena delle interviste o dei fatti, anche i più tragici". Una volta, racconta l'ex direttore del Corriere della Sera, l'Avvocato "mi costrinse a una lunga ricerca degli articoli di Benito Mussolini pubblicati sul Corriere durante la Repubblica di Salò, poi raggruppati in un volumetto che venne editato a grande richiesta, in quegli anni, sotto il titolo il bastone e la carota". Ma la vera passione di Agnelli, rivela De Bortoli, era Dalila Di Lazzaro. Ecco una conversazione che l'ex direttore ha avuto con l'Avvocato: "Lei ha presente quella quella bella attrice con gli occhi verdi… come si chiama? Dalida…". "Dalila, forse?", "Dalila, certo, Di…". "Di Lazzaro, Avvocato?". "Ecco, esattamente". L'impressione, spiega De Bortoli, "era che facesse un po' finta di non ricordarsi il nome e il cognome. L'attrice era preoccupata da un libro di memorie che aveva affidato, incautamente secondo lei, a una mia collega. Non ne sapevo niente e non dovetti fare nulla. Renato Pozzetto ricorda le riprese del film di Alberto Lattuada Oh, Serafina", con lui e Dalila Di Lazzaro, uscito nel 1976. Ecco, "c'era un elicottero che veniva a prendere Dalila sul set…".