Harry, la confessione straziante: "Non lo auguro a nessuno", cosa l'hanno costretto a fare sulla bara di Diana
Il tipico bambino, a differenza del tipico progressista, trova affascinanti i re e le regine, i principi e le principesse. Sogna di fare parte di una famiglia reale. Il progressista, invece, sogna la distruzione di ogni famiglia reale. Il bambino vede solo magia, il progressista solo ingiustizia. Questo pensiero mi ha suscitato la straordinaria intervista rilasciata dal Principe Harry, quinto in linea di successione al trono del Regno Unito, al settimanale americano Newsweek, che è stata pubblicata mercoledì scorso. Harry, 32 anni, è stato molto chiaro al riguardo con la sua interlocatrice, Angela Levin: fare il re o la regina è un impegno da evitare. «Esiste qualcuno della Famiglia Reale che vuole essere re o regina? Io penso di no», ha detto. Io aggiungo: esiste qualcuno, qualche suddito, che vorrebbe essere re o regina? Ciò che Harry ha voluto spiegare a Newsweek è semplice: essere Sua Maestà ti rovina la vita. Se dovessi fare io la scelta fra un ricovero in un manicomio oppure a Buckingham Palace sceglierei la vita da matto. Lasciate perdere tutti i privilegi e i soldi dei reali britannici e tutti loro palazzi favolosi e tutta la subordinazione collettiva, genuina e non, dimostrata ogni volta che ti fai vedere. La tua vita non è tua. Punto. Harry non ha mai nascosto che lui personalmente non ha mai avuto tanta voglia di fare il «top job», cioè, diventare re, ma che fosse così anche per suo padre il Principe Carlo e suo fratello maggiore William, non si sapeva prima. Nonostante il peso del ruolo, Harry ha poi detto: «Ma noi svolgeremo i nostri doveri al tempo giusto». Ecco la parola chiave: doveri. «La monarchia è una forza per il bene e noi vogliamo continuare l' atmosfera positiva che la Regina ha realizzato per più di 60 anni, ma noi non cercheremo di riempire i suoi stivali. Siamo coinvolti nella modernizzazione della monarchia britannica. Non stiamo facendo questo per conto nostro ma per il bene più grande del popolo». All' estero, in un Paese ad esempio come l' Italia che ha abolito la propria monarchia dopo il disastro della Seconda guerra mondiale, non è facile sicuramente capire in che senso una monarchia può essere una forza positiva. I britannici vengono visti come strani o peggio perché malgrado la moda per la democrazia e la meritocrazia vogliono tenere la loro monarchia. Questo vuol dire non solo tenerla come attrazione turistica ma anche come parte integrale del Governo del Regno unito. La Regina è capo di Stato non solo della Gran Bretagna ma anche da tanti Paesi del Commonwealth. Ha poteri veri ma non li usa. Il suo potere vero è come una forza che unisce il Paese e che garantisce stabilità. Harry che è stato ufficiale nell' esercito in Afghanistan e che si concentra ormai su lavori di beneficienza, ha poi detto: «La Regina è stata fantastica e ci ha lasciato scegliere. Ci dice che possiamo prendere il tempo che ci occorre». La monarchia britannica esiste non per diktat ma per volontà del popolo. Ai tempi della morte della Principessa Diana, il popolo sembrava sul punto di decidere: ora basta. Adorava Lady Diana e aveva preso la sua parte nel divorzio molto amaro con il Principe Carlo. Odiava il modo distante e freddo della Famiglia Reale di reagire alla morte della principessa. Harry in questa intervista ha rivelato una cosa importante. Fu costretto all' età di 12 anni a camminare dietro la bara di sua madre davanti al pubblico e in tv di tutto il mondo accanto al fratello, al padre e al Principe Filippo suo nonno. Ha detto: «Non penso che a nessun bambino debba essere chiesto di fare una cosa simile, in qualsiasi circostanze. Non penso che succederebbe al giorno di oggi». Ha parlato nel passato di essere stato sull' orlo di un crollo nervoso e che ha avuto problemi di alcol e non solo per colpa dell' effetto della morte di sua madre e del suo ruolo di principe che è come essere incarcerato dentro una gabbia. Del ruolo della famiglia reale britannica ha detto: la cosa importante è che non doventi una famiglia ordinaria. Bisogna tenere vivo il mistero. «È un' operazione delicata di equilibrio. Non vogliamo diluire la magia. Il puibblico britannico e il mondo intero ha bisogno di istituzioni come questa». E pure i bambini. di Nicholas Farrell