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Usa, in un murale del 1937 un nativo americano fa un selfie con un iphone: la teoria dei complottisti sui viaggi nel tempo

Giovanni Ruggiero
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Uno strano oggetto tra le mani di un nativo americano, una tavoletta nera con una forma che solo chi ha vissuto negli anni 2000 può riconoscere. Il dettaglio che sta facendo discutere su forum e social è apparso sul murale del 1937 ospitato nel Commonwealth of Massachusetts State Office Building di Springfield, nel Massachussets. Un'opera firmata dal maestro italiano Umberto Romano, intitolato "Mr. Pynchon e la fondazione di Springfield", che racconta dell'incontro realmente accaduto tra i coloni inglesi e due importanti tribù del New England, i Pcumtuc e i Nipmuc. Il dibattito sul murale è tornato ad animarsi quando qualcuno ha notato che uno dei soggetti aveva in mano qualcosa che assomiglia in tutto e per tutto a un iPhone. Anche il gesto dell'uomo, probabilmente un artigiano, assomiglia a quello che normalmente si fa per un selfie. Eppure quella scena si sarebbe svolta ben quattro secoli prima, immortalata poi appena 80 anni fa. Per gli amanti dei complotti quel murale sarebbe la dimostrazione dell'esistenza dei viaggi nel tempo. In più c'è un dettaglio che farà impazzire i complottari: il colono ritratto al centro della scena è William Pychon, autore del libro The meritorious price of our redemption, famoso in America per essere stato il primo libro ad essere censurato e bruciato nel Nuovo Mondo.

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