Accusa di sabotaggio

No Tav, Erri De Luca a processo: "Hanno messo in piedi un tribunale speciale, mi condanneranno"

Francesco Rigoni

"Non ho intenzione di difendermi, ma di attaccare". Erri De Luca andrà a processo con l'accusa di aver istigato alla violenza dei No Tav in Val di Susa, invitandoli esplicitamente al sabotaggio. Ma lo scrittore, in un'intervista a Francesco Merlo su Repubblica, ha  già annunciato la pubblicazione di un suo pamphlet sul diritto di parola e promette battaglia. Pensa che a Torino lo condanneranno "perché hanno messo in piedi un tribunale speciale che ha fatturato più di mille procedimenti giudiziari". L'autore di Montediddio ha rifiutato il rito abbreviato "perché sarebbe stato a porte chiuse". Certo che per un libro finire in tribunale è un'ottima pubblicità: "E' vero. E' come se avessi vinto un premio letterario". Da Lotta Continua ai No Tav - De Luca è uno degli scrittori italiani più prolifici ("Non so quanto libri ho scritto, credo più di 60") e dei più amati, non solo a sinistra. E' stato muratore, operaio, camionista e autista a Belgrado, sotto le bombe. Ha lavorato in Africa, traduce dall'ebraico, dallo yddish e dal kiswahili. Scala le montagne. E' stato responsabile del servizio d'ordine romano di Lotta continua, "che il gruppo dirigente non avrebbe dovuto sciogliere". Sente ancora oggi "l'appartenenza a quella generazione che voleva cambiare il mondo e l'ha solo migliorato". Definisce "anni di rame" gli anni di Piombo, "perché c'era come un filo di metallo conduttore attraverso cui si propagava ogni lotta, ogni impegno, ogni fierezza".