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Berlino ingabbia DraghiE la stampa tedesca attacca"La Bce sbaglia tutto"

Mario Draghi

Andrea Tempestini
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  Dopo le parole cariche di speranze della scorsa settimana, il governatore della Bce, Mario Draghi, è stato costretto, di fatto, a frenare. La Bce continuerà sì ad acquistare titoli di Stato dei Paesi in difficoltà sul mercato secondario, ma per ora ci dobbiamo scordare strumenti più incisivi. Niente licenza bancaria, niente acquisti diretti di Bond da parte dell'Eurotower, condizioni stringenti per gli aiuti del fondo salva-spread (fondo sub-iudice: si attende la decisione di settembre della Consulta tedesca). Da Draghi, oggi, si attendevano fatti. Ma il governatore ha spiegato che la Bce "non può sostituire i governi". Un modo elegante per spiegare che le resistenze del fronte rigorista non sono state ancora vinte: di concreto non poteva essere presentato nulla. Il risultato sui mercati? Drammatico. Le Borse si attendevano almeno una netta apertura di Draghi sull'acquisto di Bond, e nemmeno questa è arrivata. Per intendersi Milano ha perso il 4,64% e Madrid oltre 5 punti; lo spread tra Btp e Bund a 10 anni è volato a 510 punti. L'attacco della stampa - Il governatore Draghi è ostaggio del fronte del rigore, ha le mani legate. Eppure, anche in questa condizione, diventa un bersaglio per la stampa tedesca, che si è scatenata contro Super Mario per il solo fatto che si è azzardato a spiegare che la Bce potrà intervenire in futuro per acquistare titoli di Stato italiani e spagnoli (una misura già adottata dall'Eurotower la scorsa estate e lo sconrso inverno). Secondo i tedeschi di Handelsblatt "Draghi è in balia dei mercati". Così il maggiore quotidiano economico tedesco, che sottolinea come la Bce "più si impegna a comprare bond più perde la sua indipendenza". Parole nel solco di quelle della Bundesbank, l'istituto centrale tedesco, che ha intimato a Draghi di "non superare i limiti imposti alla Bce". I tedeschi sono contrari anche alle misure più lievi, insomma: meglio la morte dell'euro (forse perché, come vi abbiamo spiegato ieri, mercoeldì 1 agosto, a Berlino e ad Angela Merkel un euro in crisi conviene). Handelsblatt prosegue: "Con l'annuncio di Draghi l'ultima parete che separava la banca centrale dalla politica è corllata". Secondo il foglio economico già con i passati acquisti di titoli di Stato "senza il controllo dei parlamentari nazionali e con la rottura di un tabù dopo l'altro, l'indipendenza della Bce è diventata un'illusione. Adesso è caduto anche l'ultimo velo". "Una strada sbagliata" - Il fronte della stampa tedeca è compatto, unito contro l'Eurotower e Super Mario. Secondo il Financial Times Deutschland, "Draghi bolla Weidmann (il presidente della Bundesbank, ndr) come un deviazionista" per il fatto che sia stato l'unico ad astenersi sul voto con cui il direttivo della Bce ha deciso di intervenire al momento opportuno sul mercato dei bond. E ancora la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), secondo cui la strada di Draghi è semplicemente "quella sbagliata" poiché "non risolverà durevolmente i problemi dell'Europa". Secondo la Faz la crisi del debito è stata causta dal fatto che per anni "i Paesi fortemente indebitati e con bilanci in deficit hanno pagato gli stessi interessi di Stati solidi. Adesso sono gli investitori ad apportare la correzione.  Berlino pericolo pubblico - Secondo la Faz, "attualmente sta scoppiando una bolla di bond favorita da una eccessiva offerta di denaro. La Bce fa di tutto affinchè questa bolla non scoppi e così facendo incrementa ancora di più questa pericolosa marea di denaro". La conseguenza, secondo quanto scritto dai tedeschi sarà che "l'Eurotower dovrà fornire nuovo denaro per comprare i titoli di Stato, ma Draghi pensa che ciò sia possibile senza prenderlo da un'altra parte. A breve termine può essere utile, ma non è così che si risana l'Europa". A Berlino si reinventano profeti "a lungo termine", senza comprendere che la crisi è ora, che i Paesi si sono dissanguati per abbassarsi ai diktat della Merkel e che  senza un intervento immediato il Vecchio Continente rischia un tracollo irreversibile. Poi ecco il turno di Der Spiegel, che si chiede "da dove arriverà il denaro" che vuole utilizzare Draghi e paventa i rischi di una crescita dell'inflazione, poiché "se la massa monetaria cresce, rispetto alla quantità di beni di consumo, c'è la minaccia dell'inflazione. Per dirla in parole povere, se sono in circolazione 100 mele e 100 euro, ogni mela costa un euro, ma se ci sono 100 mele e 200 euro, una mela costa due euro". Per il settimanale di Amburgo la Bce si è ormai trasformata in "un finanziatore di Stati, ciò che è in contrasto con il suo mandato cardine di mantenere stabile l'inflazione nell'Eurozona. La Bce mette dunque a repentaglio la sua indipendenza e la sua credibilità". La Germania, invece, mette a repentaglio il futuro dell'Europa intera.  

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