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Imbavagliate la Fornero:fa crollare il Pil

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Nicoletta Orlandi Posti
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di Maurizio Belpietro Elsa Fornero andrebbe imbavagliata. Lo so, non è carino dire una cosa del genere di una signora. Ma se Mario Monti ormai  fa una gaffe dietro l'altra, la professoressa strappata agli sportelli bancari per dare sportellate ai lavoratori non c'è giorno che non ne spari una delle sue. La notorietà e l'insuccesso (sarà ricordata per la più brutta e inutile legge sul lavoro e per il pasticcio degli esodati) le hanno dato alla testa e dunque il ministro del Welfare rilascia quotidiane dichiarazioni. Gli argomenti sono i più disparati, ma a unirli c'è la sensazione di una persona che non sa trattenersi e, appena si trova sotto il naso un microfono, apre bocca senza badare troppo all'effetto di quanto dice.  Anche ieri la professoressa ha fatto sentire la sua voce. Ospite di Radio Anch'io, il programma della Rai, ha dichiarato che la crisi «mette a rischio il futuro industriale del Paese», aggiungendo poi che l'autunno non sarà facile. Un viatico incoraggiante per chi si appresta a iniziare le vacanze e per coloro i quali, invece, hanno pensato bene di non farle. Dopo frasi del genere non oso pensare come reagirà  la maggior parte dei consumatori. Chi non ha un euro immagino che sarà ancora più disperato e preoccupato per il proprio futuro, mentre chi ha  qualche speranza residua e due risparmi si darà da fare per metterli al sicuro, evitando di spendere. Ad oggi già si registra un calo del settore turistico pari al 30 per cento, ma è logico pensare che, dopo le parole distensive della ministra, la percentuale cresca, con effetti immediati sul prodotto interno lordo, di cui il fatturato delle vacanze è una componente importante. Giorni fa i titolari di un bed and breakfast delle Cinque Terre mi riferivano  che, nonostante il tutto esaurito, avevano prenotazioni di soli tre italiani, ma quanti saranno dopo le rosee previsioni?  E soprattutto immagino la serenità d'animo di chi ha il potere di decidere se investire denaro in Italia o dirottarlo in posti ritenuti più sicuri. Se avessero avuto qualche dubbio, la «Signora straparla» glielo ha tolto, rassicurandoli sul fatto che disinvestire dal nostro Paese è la scelta migliore. Chi infatti scommette  su un posto il cui ministro del Lavoro dice che il sistema industriale rischia il crac? Chi comprerebbe azioni o titoli di Stato di un Paese il cui futuro è nero come la pece? Lo stesso si può dire degli industriali, i quali sono chiamati ogni giorno ad affrontare ogni genere di difficoltà oltre che la persecuzione del Fisco (e per questo ieri Mediobanca ha scritto che avrebbero convenienza a mettere i loro soldi in titoli di Stato), ma ascoltando ciò che dice la ministra in tailleur potrebbero essere presi da scoramento e rinunciare all'ennesima battaglia d'autunno, decidendo di tirare giù la saracinesca per traslocare armi e famiglia in luoghi in cui ci sia un po' più di speranza.  Ora, io non chiedo alla capa del Welfare di mentire al Paese, dicendo che tutto va bene madama la marchesa, ma neanche mi sta bene che  ella ci descriva come chi ha già un piede nella fossa. Ma lo sa, la professoressa che non parla più ex cattedra, che non è una docente universitaria in servizio permanente bensì un ministro dell'Italia e come tale le sue dichiarazioni hanno un peso?  Ai tempi in cui insegnava probabilmente nessuno si sarebbe dato pena se avesse detto che rischiamo il nostro futuro industriale: i giornali non avrebbero scritto un rigo, mentre colleghi e studenti avrebbero registrato il discorso  fra i tanti che si sentono. Ma ora che ha in mano il Lavoro, cioè la responsabilità delle politiche a favore dell'occupazione, il peso di ciò che dice è cambiato e lo registra quotidianamente la stampa, l'opinione pubblica e gli investitori.  Nei mesi scorsi Elsa è scivolata con interviste e interventi pubblici, mettendo in imbarazzo il governo, al punto da essere costretta alle precisazioni e alle smentite. L'esperienza avrebbe dovuto dunque indurla a mantenere una linea prudente. Al contrario, la signora se ne infischia e come una professoressa qualunque rilascia dichiarazioni a gettone.  Ora, se non la si può imbavagliare, che almeno Monti la tenga a freno. Certo, non è un'impresa facile, soprattutto se a doverla compiere è un signore anch'egli colpito dalla smania di dichiarare, ma alla fine sarà pur possibile trovare il sistema.  Se davvero è stato il premier a volerla al suo fianco, in seguito alle frequentazioni con il di lei marito, ebbene faccia pesare la propria autorevolezza. Si imponga, perdiana. E se non riesce ad imporsi, almeno la deponga. Non avremo risolto tutto, ma almeno un problema ce lo saremo levato di torno. 

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