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Il Cameriere della Sera

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Oltre alla scorta, Fini ha un maggiordomo: è Pierluigi Battista che bolla come flop l'inchiesta di Libero. Ma Pigi non è nuovo a certi sfondroni...

Giulio Bucchi
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di Maurizio Belpietro C'è un giornalista in Italia che appena incontra una notizia la scansa. Si chiama Pierluigi Battista e scrive per il Corriere della Sera. Di lui è noto un articolo pubblicato anni fa, intitolato «Fangopoli». Il valente commentatore si occupava  della vicenda in cui era coinvolto Silvio Sircana, il portavoce di Romano Prodi. Lo stretto collaboratore dell'allora presidente del Consiglio era stato seguito di notte e fotografato mentre sostava, a bordo della sua auto, vicino a un transessuale. Per puro caso i magistrati intercettarono il dialogo tra il paparazzo e Fabrizio Corona, in cui i due parlavano della possibilità di ricavare molti soldi da quegli scatti imbarazzanti. La storia fu rivelata dal Giornale, che allora dirigevo, e Battista intervenne il giorno dopo sul Corriere per dire che «l'episodio era talmente inventato da non lasciare nessun appiglio nemmeno ai presunti ricattatori». In tal modo si coprì di ridicolo, non solo perché, pochi giorni dopo, spuntarono le foto e si dimostrò che l'episodio non era per nulla «inventato», ma anche perché si venne a sapere che a ritirarle dal mercato aveva provveduto il direttore di Oggi, settimanale del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, il quale aveva scucito la bella somma di 100 mila euro. Insomma, le foto erano ben nascoste proprio nei cassetti della casa editrice per cui lavora il cogitabondo Pigi, come lo chiamano gli amici. Naturalmente a sua insaputa. Non pago della figuraccia, ieri Battista è tornato a occuparsi di un nostro scoop, in questo caso quello riguardante le spese pazze per gli agenti al seguito di Gianfranco Fini. Sul Pompiere della Sera (copyright  Marco Travaglio), il testone pensante ha scritto che la nostra inchiesta sulla scorta della terza carica dello Stato è finita nel nulla  e nel ridicolo, definendola una «scombiccherata campagna estiva», mai vista prima sulla stampa italiana e internazionale. Certo, un servizio giornalistico che ottenga un'immediata indagine del Viminale e una revisione delle faraoniche spese degli agenti impiegati nella difesa dei vertici istituzionali sul suo giornale non si è mai visto, dunque comprendiamo lo stupore del Maggiordomo della Sera. Ma definire ridicola un'inchiesta che spinge il ministro dell'Interno a dichiarare che nel caso della scorta del presidente della Camera c'è stato uno spreco e che i «soldi degli italiani devono essere spesi meglio, molto meglio» ci pare un tantino azzardato anche per uno che non ha mai incontrato una notizia in vita sua. Il nostro giornalista da salotto forse non sa che smuovere i politici in vacanza è davvero dura, ma se questa volta, in pieno ferragosto, si sono svegliati dal torpore estivo è solo perché gli articoli di Libero hanno davvero colpito nel segno. Soprattutto hanno colpito l'opinione pubblica, per la quale, checché ne dica il Tappetino della Sera, 80 mila euro per 9 camere d'albergo tenute vuote in attesa dei comodi di un deputato sono quattrini buttati dalla finestra. Denaro degli italiani sprecato senza ragione, proprio mentre agli italiani si chiede di tirare la cinghia. Ma a Battista che si sperperino gli euro che la media delle persone percepisce al lordo in cinque anni di lavoro sembra importare poco. A lui preme proteggere Fini. Che non si dica che il presidente della Camera non poteva non sapere cosa facevano i suoi uomini. Mentre si prenotavano le camere con la minuscola, il numero uno di Montecitorio era impegnato nelle immersioni subacquee. E quando c'era da pagare stava in vacanza a Montecarlo. Anzi, nella riserva marina della Gorgona. Non importa che a saldare la fattura sia proprio la Camera e nemmeno che, a detta dei precedenti inquilini del Palazzo, non sia mai avvenuta una cosa simile in passato. Né lo convincono le dichiarazioni degli uomini della polizia, i quali assicurano che in precedenza nessun rappresentante delle istituzioni ha goduto di un simile trattamento. Anche se Fini ha parlato di un privilegio (legale) cui è pronto a rinunciare, arrivando perfino a inviare una lettera a Repubblica (non al Corriere, anche perché l'ex primo giornale italiano ha fatto di tutto per nascondere la notizia), Battista scrive che la campagna è stata inutile, ridicola, e che nonostante i titoli tonitruanti, la polemica si è afflosciata. Non sappiamo dove viva il valente commentatore, forse asserragliato nel suo salotto, in attesa di essere nominato direttore di qualcosa, sta di fatto che qui l'unica cosa che si è afflosciata nel frattempo sono i suoi baffi. Urge provvedere. Che gli si dia immediatamente la direzione della Velina della Sera. PS. Ma perché al Corriere non dite invece: «Bene, bravi, per l'anno prossimo ci avete fatto risparmiare 80 mila euro. Che Fini vi stia sulle balle, che siate di destra o di sinistra, non importa: avete reso un servigio ai contribuenti»? Avete paura che il presidente della Camera e i quattro gatti del Palazzo non vi salutino più? Animo colleghi, si vive una volta sola. [email protected]

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