Capitan codardo

Magistrati geni:"Schettino inadatto a comandare"

Nicoletta Orlandi Posti

  Se ne sono accorti anche i magistrati che Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Crociere naufragata al Giglio lo scorso 13 gennaio, è una persona "inaffidabile" e "non adatta allo svolgimento di funzioni di comando e comunque di responsabile della sorte di persone a lui affidate".  La quarta sezione penale della Cassazione nello spiegare il perchè, lo scorso 10 aprile, ha convalidato gli arresti domiciliari nei confronti di Schettino accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, abbandono della nave e deturpamento dell’habitat, ha spiegato l'inadeguatezza del comandante al timone della Concordia. Nel naufragio sono morte 32 persone e i magistrati preferiscono vedere capitan codardo dietro le sbarre, sottoscrivendo la valutazione del Tribunale della libertà di Firenze dello scorso 6 febbraio che "ha ritenuto concreto il pericolo di reiterazione del reato sulla base della gravità del fatto e del comportamento tenuto da Schettino che   non solo con le gravi imprudenze e negligenze che hanno determinato il  naufragio della nave, ma anche con il comportmento tenuto nelle successive fasi della vicenda con il ritardo nella segnalazione del   fatto all’autorità portuale, con la perdita del controllo della nave  e con delle operazioni di salvataggio dei passeggeri, gestite da altri, con il ritardo nell’ordine di abbandono nave ai passeggeri, con  il proprio abbandono della nave e il rifiuto di ritornarvi, con la   sottovaluzione dell’emegenza creatasi e il tentativo di accreditarsi comunque come un bravo capitano con la manovra di accostamento della nave) ha dimostrato di non essere in grado di gestire una situazione   di pericolo tipica della sua professione, nonostante la specifica   preparazione professionale e l’esperienza maturata".  Ecco perchè, secondo piazza Cavour, "è da condividere la motivata valutazione, riscontrata dalla ricognizione del comportamento, circa la scarsa resistenza dello Schettino nello svolgimento di funzioni di comando o comunque di reponsabile della   sorte di persone a lui anche di fatto affidate, a reggere situazioni di crisi e ad assicurare in quelle situazioni l’adempimento delle   obbligazioni di sicurezza e garanzia verso i terzi affadati che sono   proprie della posizione di garanzia". Insomma, per la Cassazione "c'è evidenza di pericolo concreto, anche se non di certezza, di reiterazione di delitti colposi correlati  alla incolumità delle persone ogni volta che si proponga una occasione di esercizio di doveri ed obbligazione di garanzia". Ad imporre gli arresti domiciliari all’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, c'è anche il pericolo di inquinamento probatorio. In proposito, la suprema Corte   spiega che "le limitazioni che con gli arresti domiciliari gli sono   imposte sono adeguate ad evitare che il medesimo ponga in essere   comportamenti di inquinamento delle prove o di reiterazione di reati   della stessa specie".  Tolleranza zero da parte della Cassazione sul comportamento di Schettino che, ricostruzione della vicenda alla mano e dei comportamenti da lui tenuti, le fa dire che "i comportamenti tenuti da Schettino nel comando della nave prima e poi nella gestione   del naufragio e della situazione di abbandono della nave e dei passeggeri delimitano il giudizio di spregiudicatezza e di inaffidabilità alla capacità del soggetto di assicurare il rispetto   delle sue obbligazioni di garanzia".