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Strage di Brindisi, ha vinto Libero:cure gratis alle ragazze sfigurate

Nicoletta Orlandi Posti
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  I familiari delle ragazze ferite dal bombarolo a Brindisi non dovranno preoccuparsi del costo delle cure anche per medicinali e pomate che non siano comprese nel prontuario farmaceutico. Da quando Libero ha raccolto la segnalazione delle famiglie, a parte qualche piccola polemica politica locale (capita sempre, purtroppo), c'è stata una ammirevole corsa alla solidarietà che ha visto uniti per una volta politici, rappresentanti delle istituzioni, associazioni di imprese, lettori, naviganti del sito internet www.liberoquotidiano.it, amici via twitter e facebook. La notizia che posso dare è che anche grazie a tutta questa rete di solidarietà, Unipro - Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, ha dato la sua disponibilità alla fornitura gratuita di un primo elenco di medicinali non riconosciuti nel prontuario alle cinque ragazze, allertando anche Federchimica-Anifa per altri prodotti non distribuiti dalle proprie aziende. Questo è accaduto grazie a una gara di solidarietà che è scattata dentro le istituzioni. Non farò i nomi, perché non sono autorizzato. Ma vale la pena dire quel che è accaduto. Insieme al lancio della sottoscrizione, ho scritto a tutti i rappresentanti delle istituzioni nazionali e ai direttori delle comunicazioni delle principali 300 aziende italiane, chiedendo una cosa semplice: possiamo dare una mano alle famiglie di quelle 5 ragazze (Azzurra, Sabrina, Selena, Veronica e Vanessa) ferite e ustionate nel folle attentato del 19 maggio scorso davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi?  Soluzione rapida - Il primo a rispondermi- in questa gara di solidarietà operosa che davvero non mi aspettavo nell'Italia di oggi- è stato il Quirinale. La persona a cui mi ero rivolto è uno dei principali collaboratori del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Non so se ne ha parlato con il presidente. So che si è dato subito da fare, prendendo a cuore personalmente il bisogno delle famiglie di Brindisi. Ha provato a chiedere subito ai vertici del ministero della Salute se era possibile trovare una soluzione. Nel giro di poche ore ho ricevuto da loro una lettera in cui mi comunicavano di avere trovato un modo immediato senza stare a combattere con leggi e cavilli (perché quelle non si possono cambiare rapidamente per questo caso). È grazie a questa catena istituzionale che è emersa la disponibilità di Unipro, che ho messo subito in contatto per le modalità operative, con l'avvocato Mauro Resta che coordina l'assistenza ai familiari. Ha dato una mano come in tutti questi giorni anche il vicesindaco di Brindisi, Paola Baldassarre, grazie a cui questa corsa alla solidarietà è iniziata.  Aiuti dalla Regione  - Nel frattempo anche Nichi Vendola, che si era mosso per primo, umanamente colpito dalla tragedia che stavano vivendo le famiglie delle ragazze ferite (l'ho riscontrato anche in una telefonata con il presidente della Regione Puglia, di cui ho riferito ai lettori), è riuscito a sbloccare dalle pastoie burocratiche l'aiuto da 200mila euro previsto per le vittime dell'attentato (anche per la famiglia di Melissa Bassi) e da qualche giorno le vittime hanno potuto ricevere un primo aiuto da 10mila euro per nucleo familiare. In questa gara, in primo piano ci sono lettori di Libero e tutti i naviganti. In pochi giorni è arrivata una pioggia di contributi. Chi poteva dare 10 euro, l'ha fatto. Chi poteva darne 50, anche. Tanti hanno offerto contributi da 100 euro, me ce ne sono anche da 200, da 300, da 400 e perfino da 500 e più. Abbiamo raggiunto in pochi giorni 30mila euro, e sono sicuro che saliranno presto. Certo che anche le aziende contattate non si tireranno indietro, come ha fatto Unipro. Così riusciremo a dare a quelle ragazze la serenità del presente e anche un pezzettino di futuro, che un folle e vigliacco ha cercato di cancellare con la sua bomba messa quella mattina davanti a scuola.  Dalle Marche - Fra i tanti, mi ha scritto anche l'Associazione Marche al centro, offrendo una soluzione alle famiglie: «La nostra associazione è in grado di farsi carico del problema fornendo equipe medica specialistica, struttura clinica ed alloggio per le famiglie a Roma. L'iniziativa sarebbe a totale carico dell'associazione. Tutte le spese (equipe medica, struttura, alloggio per i parenti delle ragazze) sarebbe coperta. In teoria resterebbero da coprire le spese di viaggio e di vitto, taxi, ecc. ma confido di riuscire a provvedere anche a queste magari attraverso la sottoscrizione». Faremo di tutto perché l'aiuto che arriva da tanta disponibilità a generosità arrivi a segno il prima possibile, senza intoppi burocratici. E conteremo ancora sulla generosità di chi legge ora. Ma è una bella storia quella che si sta scrivendo accanto alla vicenda di Brindisi. Racconta un'Italia che c'è, e quando c'è un bisogno, sa non piangersi addosso e si muove con una generosità che solo un vero popolo ha.  di Franco Bechis  

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