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E' boom di ragazzini "sballati"tra gravidanze e disturbi psichici

Droghe e abuso di farmaci, i dati diffusi dal 118 fanno paura. Cresce il disagio anche tra i più piccoli, e così gli psicologi arrivano anche nelle scuole

Andrea Tempestini
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di Alvise Losi I numeri fanno sempre più effetto delle parole. Gli interventi della Centrale operativa milanese del 118 per problemi di abuso di farmaci e droghe tra i giovanissimi sono aumentati del 50 per cento in due anni. I dati diffusi dall'Azienda regionale per l'emergenza e urgenza (Areu) sono «preoccupanti, o almeno meritevoli di una riflessione», a dire degli stessi esperti dell'ente. I ragazzi che tra i 13 e i 18 anni si rivolgono al numero per il primo soccorso sono un terzo in più rispetto al 2010. E, se nello stesso periodo la quantità di chiamate per incidente stradale è rimasta pressoché invariata, si può parlare di un boom, oltre che per le intossicazioni, anche per complicanze legate a gravidanze e parti e per episodi di violenza (entrambi + 40 per cento) e per disturbi psichici (+ 30 per cento). «Sono dati che possiamo leggere con due criteri», commenta Giovanni Sesana, direttore di Areu Milano. «I giovani oggi conoscono di più il 118 e almeno una parte di chi prima sarebbe andato autonomamente in Pronto soccorso ora chiama la nostra centrale operativa. D'altro canto è vero che questa considerazione è valida soprattutto nel lungo periodo, mentre ora siamo stupiti per un incremento importante in un arco di tempo di soli due anni e in una città come Milano che comunque non ha mai avuto numeri ». Svariati i motivi alla base di questo aumento. «Sulle gravidanze ha influito la crescita della popolazione straniera: capita le giovani immigrate preferiscano partorire in casa e facciano meno ricorso agli ospedali. Sulle droghe invece il problema è duplice: il maggiore utilizzo si accompagna al peggioramento delle sostanze. Ora sono chimiche e create in laboratorio, il che comporta una maggiore accessibilità. Il dato più allarmante però è che l'età del primo contatto con l'alcol e con altre sostanze stupefacenti si è abbassata». Anche nelle fasce d'età si notano diversi comportamenti: i tredicenni chiamano più spesso nel pomeriggio (tra le 16 e le 19), mentre i ragazzi di 18 anni più tardi (fino alle 2 di notte). Ma i giovani sono anche una risorsa, e per questo Areu sta lanciando il nuovo progetto “Diventa un supereroe del 118”. «Ci siamo accorti che quando chi ci chiama è giovane è più disposto ad ascoltare per capire come comportarsi», continua Sesana. «E nei casi di emergenza agire immediatamente può essere decisivo: i ragazzi sono in grado di seguire le nostre indicazioni e soprattutto nei casi di arresti cardiocircolatori la loro azione è fondamentale in attesa dell'arrivo dell'ambulanza». L'obiettivo è renderli proattivi e spiegare loro che il 118 non è solo un numero da chiamare per poi aspettare l'arrivo di un esperto, ma uno strumento da sfruttare in una situazione difficile. «Il nostro è un progetto di cultura: vogliamo sfruttare la capacità dei giovani di utilizzare i social network per informarli e fare prevenzione». E un altro progetto orientato ai ragazzi è quello pensato dal Comune con l'Ordine degli psicologi della Lombardia per allargare il trattamento del disagio minorile nelle scuole e negli altri luoghi frequentati dai giovani milanesi. Nel protocollo d'intesa firmato dai due enti è anche prevista la sperimentazione dell'affiancamento di uno psicologo al medico di base e l'estensione dei servizi psicologici alle fasce di popolazione meno abbienti.

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