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Affonda Scalfari: "Un padre del giornalismo italiano che non conosce nemmeno la legge"

Il sostituto procuratore di Palermo risponde per le critiche ricevute per le intercettazioni a Nicola Mancino

Andrea Tempestini
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"Eugenio Scalfari? Dispiace che un padre del giornalismo italiano sia incorso in questo grave infortunio dimostrando di non conoscere le più elementari regole della procedura. Lui ci accusa di non rispettare la Costituzione. Si informi, ma non è laureato in giurisprudenza e glielo possiamo perdonare". Così Antonio Ingroia, sostituto procuratore a Palermo, alla Zanzara su Radio24, affonda il fondatore di Repubblica dopo le critiche ricevute per le intercettazioni a Nicola Mancino che hanno chiamato in causa anche il Quirinale. "Il giudice non decide a capocchia..." - Ma Napolitano gode di una protezione speciale, in quanto presidente, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? "Un giudice non può decidere a capocchia di fare quello che vuole delle intercettazioni - dice Ingroia -, ma c'è una procedura che è stata rispettata. Quelle sono intercettazioni legittime e il presidente della Repubblica ha le stesse garanzie dei parlamentari per le intercettazioni indirette". Poi Ingroia parla della vicenda De Gennaro-G8. "La legge va applicata anche nei confronti degli uomini migliori - dice Ingroia - ma la solidarietà dell'ex capo della polizia De Gennaro nei confronti dei poliziotti condannati è normale, comprensibile. Non la trovo inopportuna. Gli uomini condannati sono persone valide, alcuni li ho conosciuti anch'io".

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