La Lega nel caos

Bossi scoppia a piangere "Basta, mi faccio da parte"

Nicoletta Orlandi Posti

Bossi è un uomo distrutto e starebbe pensando di mollare tutto. Troppi dispiaceri gli hanno procurato i figli, troppe pugnalate ha ricevuto da chi credeva amico, troppi sospetti circolano nel partito. Il Senatur è un povero cristo in lacrime, senza neanche la forza di gridare al complotto giudiziario.  Da quando la Procura lo ha iscritto nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato insieme ai figli Renzo e Riccardo non esce dal bunker di via Bellerio a Milano. "In venticinque anni l'Umberto non è mai stato così giù. E' finito nell'angolo, ha intorno terra bruciata e, fuor di retorica, stavolta non so se e come riuscirà a reagire", rivelano alcuni dirigenti della Lega a Repubblica. E' talmente già che non ha più le forze per trattare la resa all'interno del partito. Il patto con Maroni prevedeva che diventasse presidente. Ma l'ex ministro degli Interni ha chiarito che non ci saranno candidati calati dall'alto, e che "chiunque potrà candidarsi ai congressi". "Basta, mi faccio da parte. Andate avanti voi...", avrebbe detto a un collega. "Sto male, malissimo...", ha tagliato corto al telefono prima di esplodere in lacrime. In realtà Umberto Bossi è atteso per un comizio domani a Lesa, in provincia di Novara, dove "il Presidente federale della Lega Nord - così ricorda il comunicato del suo ufficio stampa - incontrerà la cittadinanza alle 20 circa in via Vittorio Veneto 27".