Ecco quanto costa uscire dall'euro

Mattias Mainiero

Egregio Mainiero, i tedeschi sono troppo bravi e troppo forti per noi: alla lunga gli viene voglia di dominarci. I francesi lo sono un bel po’ meno, ma, nella loro presunzione, non se ne rendono conto: si mettono a ruota dei tedeschi ma, prima o poi, verranno distaccati e seguiranno la nostra sorte. Inoltre, se ben ricordo, in un articolo di qualche mese fa si dimostrava che, a conti fatti, manco dal punto di vista economico l’Italia trae vantaggio a rimanere nell’euro in siffatta compagnia. Lei cosa ne pensa, sarebbe meglio uscirne? Ivan Dognazzi Crema Non so quale sia l’articolo in questione. So che i discorsi da bar dell’economia (doppio euro, Europa di seria A ed Europa di serie B, euro senza o con la Grecia) in queste ore si sprecano. E so anche che l’Ubs, non proprio l’ultima arrivata, ha condotto uno studio per rispondere alla domanda che è sua e di moltissimi altri italiani: cosa succederebbe se un Paese dell’area euro, un Paese cosiddetto periferico, per esempio il nostro, abbandonasse la moneta unica? Risposta: sarebbe la rovina per tutti, l’inevitabile default che innescherebbe fallimenti a catena. In sintesi: le nuove-vecchie monete avrebbero un valore del 50-60 per cento inferiore a quello dell’euro. Significa che per fare la spesa dovremmo uscire di casa portandoci dietro una valigia piena di lire. Se è una spesa piccola, un capiente borsone. Conosco l’obiezione: ma le esportazioni se ne avvantaggerebbero. Vero, ma, tanto per fare un solo esempio, i titoli del debito pubblico, siano essi italiani o spagnoli o portoghesi, rimarrebbero denominati in euro. E qui delle due l’una: o si dovrebbero prendere tutti i contratti sottoscritti con lo Stato e trasformali in carta straccia, cosa impensabile visto che a sottoscrivere quei contratti sono stati anche investitori stranieri, oppure i titoli (e le relative cedole) andrebbero rimborsati in euro. Operazione economicamente insostenibile che equivale a non restituire un bel niente. Stato insolvente. Idem per le obbligazioni societarie. Possiamo presumere anche un fallimento di non pochi istituti di credito. A ruota, altri fallimenti sfusi e a pacchetti. Naturalmente, ripercussioni enormi nei Paesi oggi non a rischio, Germania compresa. E morte dell’euro in un bagno continentale di sangue. Forse è meglio cambiare idea. mattias.mainiero@libero-news.eu Non voglio certamente iniziare a criticare il nuovo governo prima che inizi a far i suoi primi passi. Alla luce della più volte ventilata possibilità di una introduzione di una patrimoniale aggiuntiva sugli immobili, oltre alla già esistente Ici su tutte le abitazioni che non sono principali, mi piacerebbe cercare di comprendere come un'iniziativa del genere possa coniugarsi con quanto stabilito dall'articolo 47 della Costituzione. La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme. Questa sarebbe la teoria. Ma se ora la stessa Repubblica mette una patrimoniale sui beni che sono stati comprati grazie proprio ad anni di risparmio, dimostra che ad aver ragione a suo tempo sono state le cicale che hanno speso tutto ciò che avevano mentre le formiche si trovano punite. Altro che incoraggiare e tutelare il risparmio. Chi ha investito sugli immobili dandoli in locazione oltre ad aver messo da parte i propri risparmi assolve anche il compito importantissimo di dare un'abitazione a chi non si può permettere di acquistarne una; il tutto senza ricorrere a costose politiche di edilizia popolare. Avete risparmiato? Bene! Come premio ora vi arriva la mazzata, la prossima volta sperperate tutto.  Rolando Spinelli e.mail Carissimo, con Tre-monti il governo della Repubblica di San Marino per la firma degli accordi e l'uscita dalla black-list non è mai  riuscito a "sgavagnarsela". Con un Monti solo ci riuscirà? Maria Luisa Mazzocchi San Marino Speriamo di sì. Sono convinto che l'attuale presidente francese non rappresenti al meglio il suo Paese. Anche per le sue origini e per aver sposato un'italiana dovrebbe farsi prtatore di una nuova  Europa multiciulturale e multietnica anzichè deridere quegli stessi partner - noi - cui deve l'assistenza ricevuta nel recente conflitto libico, da cui l'Italia non ha ricevuto e non riceverà certo vantaggi! Così come penso non li riceverà nemmeno la Francia, se, come sembra, gli affari li stanno facendo altri, ben piu' forniti di risorse e valuta di noi. A quando una politica europea saggia e lungimirante? Giuseppe Zanandrea Merano