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2011: un anno e un numero da dimenticare

Mattias Mainiero risponde a Annamaria De Matthias

Mattias Mainiero
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Caro dottor Mainiero, sa cosa significa la “solitudine dei numeri primi”, che non è solo un libro, ma molto altro? Gradirei una sua gentile risposta, che non è mai scontata. Per tutti i lettori, come augurio di sereno 2012. E' anche una provocazione. Attendo un suo gentile riscontro… non facile. Grazie. Annamaria De Matthias e.mail E che cos'è, gentile signora? Una sfida? Vuole sapere se ho letto il libro? Se l'ho capito? Se sono un numero primo, isolato e un po' eccezionale, sospettoso e solitario, silenzioso e cadenzato, come scriverebbe Paolo Giordano, oppure se faccio parte del gruppone dei numeri normali, comuni, tranquilli e rilassanti? E perché poi dovrei accettare questa sua provocazione? Per infilarmi in un labirinto mentale e matematico? Per dirle che ho un nome simile a quello di uno dei protagonisti del libro, ma con qualcosa in più, una “s” finale che mi differenzia? E cosa importerebbe agli altri lettori , perché questa, non dimentichiamolo, è una rubrica dedicata ai lettori, tutti i lettori, non uno singolo, come nelle corrispondenze private? Mi dispiace, il non facile riscontro non ci sarà. Non so che dirle. So però, guarda il caso, che, nel preciso momento in cui lei scrive e io mi rifiuto di risponderle, noi tutti stiamo abbandonando un numero primo, che è anche un anno, il 2011, e stiamo entrando nel 2012, altro anno, pari e divisibile, non intrappolato come una perlina – direbbe sempre Giordano - in una collana, una sequenza di numeri unici. Un anno normale, ci auguriamo senza singolarità, non questo tremendo ed eccezionale, si spera davvero solitario, 2011: manovre eccezionali, sofferenze e sacrifici eccezionali, governi eccezionali, spread eccezionale, la Merkel e pure Sarkozy, e poi Monti, l'Ici, Imu, aliquote, accise, catasto, pensioni. Addio maledetto 2011. E sia benvenuto un anno non primo ma forse secondo o terzo o quarto, un tranquillo 2012 senza grilli per la testa, non smarrito nello «spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre» e percentuali e Pil e debito e deficit e meno due e meno tre e quattro e giù fino al baratro dell'ansia. Un anno sul serio normale, ecco ciò che ci vuole. E che se ne vadano a quel Paese, per non dire di peggio, i numeri primi. Compreso il 2011. Auguri di cuore a lei e a tutti i lettori. [email protected]

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