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Freddo polare? Ovvio: c'è il surriscaldamento

Mattias Mainiero risponde a Carlo Bellamacina

Mattias Mainiero
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  Ha visto, caro Mainiero? Il surriscaldamento è sparito dalla faccia della Terra. Di colpo fa un freddo cane. E ora cosa diranno gli ambientalisti? Quale altra teoria verranno a raccontarci? Ma, soprattutto, saranno mai credibili questi ambientalisti? Carlo Bellamacina Roma Ho visto: temperature polari in tutta Europa, e altrove non se la passano molto meglio. Pare che il surriscaldamento fosse in realtà un congelamento. Ma non lo dica ai grandi e grandissimi ambientalisti, profeti di sventura (faccia gli scongiuri) che ne sanno sempre una più di tutti gli altri. Freddo? Pianeta surgelato? Neve a Roma come non se ne vedeva da più di mezzo secolo? Assolutamente no. Loro la spiegano così, nel modo più semplice del mondo: fa freddo perché fa caldo (non mi chieda se vale anche il contrario: immagino di sì). Il fatto è (sarebbe, perché i dubbi sono tanti) che il pianeta si riscalda, di conseguenza le masse di aria non si muovono più come una volta, trovano un buco laddove prima c'era una specie di muro, si infilano nel buco e portano la Siberia qui da noi. Il resto, naturalmente, lo fa l'Amazzonia con la sua deforestazione assieme allo scioglimento dei ghiacciai non più perenni, all'ozono (l'ozono è sempre colpevole), all'anidride carbonica, alle auto eccetera eccetera. Risultato: pare che fra qualche millennio moriremo abbrustoliti. Però, tra un surriscaldamento e l'altro, viste le masse che si muovono un po' a casaccio infilandosi laddove non dovrebbero, potrebbe anche darsi che moriremo assiderati. Ma non noi: i nostri bis-bis-bis nipoti con qualche altro bis ancora. Quale sarà il bis della tragedia finale non lo sanno ancora. E' certo solo che la generazione dell'ecatombe non avrà una morte mite. Ovvio: le mezze stagioni non esistono più. Che dire? Di fronte a tanta scienza, io mi ritiro in buon ordine e mi limito a notare che, in questo preciso momento, fa freddo, anche se forse, come ci spiegano i tg, non è proprio un freddo freddo polare che più freddo non si può. Potrebbe trattarsi di un freddo percepito, un po' più caldo del freddo vero o più freddo del freddo caldo. Percepito da me, e anche dalla segretaria che qualche metro più in là sembra pronta per scalare l'Everest. Non so dirle, caro Bellamacina: la gelida fornace mi rende confuso. Molto confuso. Chissà, forse anche io sono diventato un grande ambientalista. [email protected] Monti a Monaco ha scelto il Bayerischer Hof per annunciare che l'Italia sarà tra i primi della classe nella gestione dei conti pubblici. Dopo aver mostrato ai tedeschi i conti, mostri agli italiani altri conti, i costi della sua trasferta. Quell'albergo ha camere che costano dai 290 euro a 2285 euro a notte e uno come Monti non si sposta mai da solo. È tempo di sacrifici per tutti e a Monaco ci sono ostelli della gioventù che offrono un letto a meno di 10 euro. Un pasto in una delle birrerie del centro non costa molto di più. Sarebbe costato ancora meno un collegamento telematico o una mail con le informazioni che voleva comunicare all'Europa. Si tratta di braccia rubate non all'agricoltura ma al servizio di spalatura della neve. Roma, a differenza delle capitali del nord dove non nevica mai, ne ha veramente bisogno in questi giorni.Friedrich Zutaten Düsseldorf Dunque: Monti va a Monaco e dorme in un ostello, poi mangia in birreria, torna a Roma e spala la neve. Rimane un  solo  dubbio: a Monaco deve andarci facendo l'autostop? Può essere che l'articolo 18 blocchi gli investimenti stranieri in Italia, il potere sindacale in Italia ha raggiunto livelli intollerabili. Quello che allontana ogni voglia di venire a mettere qui gli stabilimenti non è solo l'articolo 18, le grandi aziende mettono in conto il rischio che su qualche migliaio di dipendenti ce ne siano alcuni, una netta minoranza, che non ha voglia di lavorare, ipersindacalizzati, intoccabili. La loro presenza contribuisce ad aumentare il costo orario globale e fino a quando questo aumento rimane contenuto va tutto bene, quando oltrepassa una certa soglia non c'è articolo 18 che tenga: si delocalizza, si chiude. I veri mali dell'Italia sono altri. Sono una giustizia civile e tributaria da terzo mondo, norme fiscali tutt'altro che certe la cui interpretazione è spesso lasciata a funzionari della locale agenzia delle entrate che per vantarsi di aver scovato chissà quale evasione sconfinano nella completa illegalità. I vari blitz della Finanza li hanno visti anche all'estero, non hanno certamente fatto bene all'immagine del Paese. Poi ci sono i tempi biblici per avere permessi, autorizzazioni, concessioni da una pubblica amministrazione che pare messa lì unicamente per ostacolare. Pensare che un solo articolo sia la causa della nostra scarsa attrattività è il chiaro segnale di chi non vuole pensare di toccare i reali problemi.Ubaldo Bracco e.mail Caro Mainiero, con tutta la più buona volontà  non ho capito questa nuova agevolazione per il rilascio della residenza che ora si può fare anche via web con tempi rapidissimi. A mio avviso, anche se i tempi prima erano lunghi ed i controlli comunque leggeri se non inesistenti, si dovrebbe prima appurare se veramente il richiedente abita in queste case regolarmente chiuse per gran parte dell'anno. Di norma era un escamotage per non pagare l'Ici sulla prima casa ed ora per non pagare l'Imu o pagarla in forma ridotta.  Via libera quindi all'informatizzazione, ma controlli reali e non fittizi.Umberto Brusco e.mail   Caro dottor Mainiero, sarò breve. “Una lettera è una gioia terrena, non concessa agli dei “ (E. Dickinson ). Ma quali sono gli dei? Difficile da stabilire. Certamente, non mi sento un dio!Annamaria De Matthias e.mail Non sse la prenda, cara signora, ho l'impressione, però, che  Dickinson si riferisse alle lettere che si ricevono,  non quelle che si inviano. Egregio Dott.Mainiero, il Dott.Prof. On. Premier Monti ha detto che il posto fisso è una monotonia. A parte il fatto che ognuno ha diritto di annoiarsi come crede, io per 40 anni ho fatto il medico nello stesso Ospedale e nello stesso reparto e le posso assisurare che l'aggionamento continuo,il confronto quotidiano con colleghi e pazienti è stato tutt'altro che monotono. Penso possa essere così per ogni lavoro.Bruno Righetti e.mail  

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