Il tartufo nero nasce da una "guerra tra i sessi"
Ricercatori italiani scoprono che il Tuber melanosporum si riproduce da ife maschili o femminili
Il tartufo nero si riproduce per via sessuale. A rivelarlo sono gli italiani Francesco Paolocci e Andrea Rubini dell'istituto di genetica delle piante del Cnr di Perugia, con la partecipazione del gruppo di Francis Martin, dell'Istituto francese per la ricerca in agricoltura a Nancy. Nel marzo scorso avevano già pubblicato la mappa completa del Dna del tartufo nero. Oggi i ricercatori hanno scoperto che anche il tartufo nero Tuber melanosporum, come molte varietà di funghi, si riproduce per via sessuale. Ossia le sue strutture vitali associate alle radici delle querce o dei lecci, chiamate ife, hanno due sessi o, come le chiamano i ricercatori, due "polarità sessuali opposte". "Abbiamo scoperto il meccanismo genetico all'origine delle polarità grazie alla mappa del genoma del tartufo nero", ha detto Rubini, che ha poi spiegato che per la nascita di un tartufo occorrono ife maschili e ife femminili, ma il loro incontro non è pacifico: "Abbiamo scoperto che esclusivamente un tipo sessuale è associato alla pianta, mentre nel terreno si trovano entrambi i tipi". Questo significa che alle radici delle querce riescono ad ancorarsi solo le ife maschili o solo quelle femminili. Va rivisto perciò il procedimento che oggi è alla base della coltivazione e che consiste nell'iniettare il micelio nelle radici delle querce. Resta da capire come facciano i due sessi a incontrarsi: "Ancora non sappiamo come le ife dell'altra polarità sessuale riescano a raggiungere quelle che hanno conquistato la pianta. A questo proposito abbiamo solo delle ipotesi: forse il micelio si dirama da piante vicine o viene trasportato dalle spore mangiate dagli animali".