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Paolo Becchi: "Giorgia Meloni si sbaglia, perché è impossibile andare a votare a fine maggio"

Paolo Becchi e Giuseppe Palma
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Ieri su Libero Giorgia Meloni, rispondendo implicitamente ad una nostra obiezione, ha sostenuto che «tecnicamente» si può andare a votare a fine maggio, inizi di giugno. La questione quindi sarebbe soltanto politica. I collegi elettorali si possono disegnare già sin d' ora (considerato l' esito scontato del referendum ) e tenendo conto che la legge sul taglio dei parlamentari non si può applicare prima dei 60 giorni dalla sua entrata in vigore e che il referendum si svolgerà il 29 marzo, ecco che si potrebbe votare già da fine maggio. Questa in breve l' argomentazione.

Ammesso che il referendum si svolga come tuttora previsto il 29 marzo, bisogna anzitutto considerare 15 giorni per pubblicare i risultati e ulteriori 15 giorni di vacatio legis, cioè il tempo necessario perché tutti ne vengano a conoscenza. E così arriviamo in realtà già a fine aprile. L' articolo 4 della legge costituzionale dice che la legge non è applicabile per due mesi, a prescindere dal fatto che i collegi si possano fare prima. Ora, considerato che questi due mesi non si calcolano a partire dal 29 marzo, ma dalla entrata in vigore della legge e cioè fine aprile, questo significa che prima di fine giugno non si può sciogliere il Parlamento. (Certo, si potrebbe «teoricamente» andare a votare prima con composizione parlamentare a 945 membri, ma riteniamo impossibile che il capo dello Stato sciolga le Camere in quel periodo se il popolo votasse sì al referendum).

Ci vogliono poi dai 45 ai 70 giorni tra lo scioglimento delle Camere e lo svolgimento del voto (in realtà non meno di 60 per via della Circoscrizione Estero), quindi siamo ad elezioni a fine agosto. Si potrebbe dunque «tecnicamente» votare a fine agosto/inizi di settembre, ma come scrivevamo noi una campagna elettorale ad agosto il presidente della Repubblica non la consentirà mai. Anche perché occorre dare il tempo necessario alle liste extraparlamentari per raccogliere le firme. Ma questa è una considerazione politica. In ogni caso il voto a fine maggio/inizi di giugno resta «tecnicamente» impossibile. Sine ira et studio.

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