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Coronavirus, Pietro Senaldi contro i francesi: "Spuntano sulla pizza? Loro mangiano formaggi puzzolenti e lumache"

Pietro Senaldi
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 E se i francesi non ci rispettano, non facciamoci girare le balle. Parafrasando Paolo Conte. Ha fatto scalpore lo sfottò trasmesso da un' emittente televisiva transalpina, con un pizzaiolo febbricitante che sfornava una gustosa Margherita, salvo poi starnutirci sopra e trasformarla in una pizza al coronavirus. Non è il primo colpo basso che ci arriva da Oltralpe e non sarà l' ultimo. Il video per una volta ha messo d' accordo tutti i nostri politici, che si sono scandalizzati in blocco, e ci è valso le scuse dell' ambasciatore francese e di Canal Plus, la televisione che lo aveva trasmesso. Non ci vuole un genio per ravvisare nel filmato un attacco al cibo made in Italy, da sempre ossessione dei galletti, che non riescono più a tenere il passo contro l' agroalimentare italiano. Anche noi di Libero non lo abbiamo gradito, ma riteniamo che la strategia migliore di questi tempi non sia la polemica. Meglio tirar su il bavero del cappotto, alzare la spalla, continuare per la propria strada e fottersene, come direbbero proprio i francesi. Non sono stati i nostri cugini a dare al mondo l' immagine che il nostro Paese è un lazzaretto, tanto che adesso perfino dalla Cina ci esprimono solidarietà e ci chiedono se abbiamo bisogno di aiuto. È stato il comportamento prima ambiguo, poi allarmistico, contraddittorio e disorganizzato del governo Conte a dare agli altri argomenti per ridere di noi.


Comunque sia, ora i nostri problemi sono altri. L' emergenza è contrastare il virus, non rifarci il look all' estero; anche perché è molto probabile che chi ci tratta da appestati presto finirà infetto. Per un politico è facile partire lancia in resta alla difesa dell' orgoglio nazionale. Buttarla sulla retorica e sulle parole è un buon modo per celare di non essere in grado di affrontare i problemi che la realtà pone. I francesi sono spesso odiosi con noi, ma i nostri politici non dovrebbero inseguirli adesso. Meglio annotarsi tutto per presentare il conto quando la buriana sarà passata e nel frattempo darsi da fare sul campo contro l' influenza cinese.


È TUTTA INVIDIA
Badare alla forma e non alla sostanza è il difetto del nostro sistema politico e mediatico. I governatori Fontana e Zaia stanno facendo un grande lavoro per arginare l' epidemia e limitarne i danni economici, ma la sinistra li sta crocifiggendo perché uno si è messo la mascherina anti-contagio e l' altro, seppure con una battuta infelice, ha rimproverato ai cinesi di avere abitudini igieniche e alimentari che agevolano la diffusione di virus. I medesimi avevano proposto saggiamente di mettere in quarantena chi tornava dalla Cina, ma siccome alle orecchie degli stolti suonava razzista anziché saggio, Conte e i progressisti si opposero e favorirono il dilagare dell' epidemia.


Non è il momento dei parolai, e se i francesi hanno voglia di scherzare è perché sono meno furbi di quanto si credono. Ma ancora meno furbi sono gli italiani che si aspettano benevolenza da un popolo che dai tempi dell' Unità del Regno ci fa concorrenza in ogni modo e si stupiscono quando ricevono da esso l' immancabile pedata in faccia. I francesi hanno ospitato come vittime della giustizia italiana chi sparava nelle nostre strade alla borghesia che mandava avanti il Paese, ci portano clandestini varcando il confine e rifiutano di farsi carico delle loro quote di profughi, approfittano del loro potere in Europa per fare concorrenza sleale ai nostri prodotti agroalimentari, con l' aiuto della sinistra si sono divorati una buona parte di banche e imprese nostrane. Adesso sputano pure sulla pizza. Il mondo li chiama «mangia rane», si nutrono di formaggi puzzolenti e lumache e ormai i loro bistrot servono più cous-cous e kebap che ostriche e champagne. Lasciamoli al loro invidia-virus e pensiamo a curarci.

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