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Pietro Senaldi: Conte costretto ad aggrapparsi a Salvini, cosa c'è dietro la svolta sul coronavirus

Pietro Senaldi
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Il governo ha sottovalutato il corona virus. È uno dei tanti paradossi della sinistra, che per anni ci ha rotto le scatole con il mondo globalizzato e senza frontiere e poi si è comportata come se il morbo si potesse arrestare davanti alla Muraglia Cinese. Per un mese e mezzo, Conte e compagni non hanno fatto nulla, non hanno preso precauzioni, hanno atteso l' epidemia annunciata senza prepararsi. Quando è giunta, non sapevano neppure bene di cosa si trattasse.

 

I leghisti hanno chiesto la quarantena per chi arrivava dalla Cina e i giallorossi hanno replicato: «La parola agli esperti». Solo che gli esperti avevano idee diverse, perciò il governo ha preso le opinioni che più gli tornavano utili e ha provato a cavalcare il virus in termini di consenso. Il premier si è precipitato allo Spallanzani di Roma con il futuro infetto Zingaretti e il ministro (senza) Speranza per festeggiare la sconfitta del virus prima che esso arrivasse.
Tutti hanno provato a tirare il Corona dalla loro parte, pensando più ai sondaggi che alla terapia e scottandosi. Per curare una malattia nuova, si sono presentati con la ricetta vecchia. Conte ha giocato a fare il Bertolaso ma si è strangolato infilandosi il maglioncino delle emergenze e si è fracassato il ciuffo cadendo nella corsa tra una tv e l' altra. La sinistra ha approfittato del buon senso di Fontana che indossava la mascherina e della brutale ma corretta sintesi di Zaia, che attribuiva l' epidemia alle allucinanti abitudini alimentari cinesi, per dare di razzista alla Lega. Sala, di professione testimonial, più che sindaco, ha aperto i musei e organizzato una bicchierata per esorcizzare l' epidemia, nel tentativo, in parte riuscito, di infettare mezzo Pd. Forse per scalarlo più rapidamente. Renzi ha ordito per defenestrare il premier. Salvini ha sparato a palle incatenate sull' incompetenza del governo, ma non gli ha portato fortuna nei sondaggi: l' emergenza chiama solidarietà anche con i più fessi e non polemiche. La Meloni l' ha capito ed è salita, al punto da far cambiare strategia a Matteo, da contestatore ad aspirante statista. Non pervenuti i Cinquestelle. Di Maio neppure ha capito che il virus è cinese, infatti l' ha ribattezzato «vairus», all' inglese, lingua che lo tranquillizza in quanto priva di congiuntivi.

 

Poi ieri, un angelo è sceso in terra e ha baciato Giuseppe in fronte. Sarà il fatto che a Codogno, l' unico posto dove si è fatta una quarantena seria, i nuovi malati sono calati, sarà che Mattia, l' uomo da cui è partito il contagio, è finalmente fuori pericolo, il premier ha smesso di fare il padreterno. Ha capito che da solo va a schiantarsi e ha preso la mano che il centrodestra gli tendeva da tempo. Oggi, dopo averlo riempito di insulti in Senato ad agosto, Conte vedrà Salvini, leader di quell' opposizione che gli è indispensabile per uscire dall' angolo ed evitare che la gente lo insegua in strada con il mattarello. È la saggezza che arriva dalla disperazione. I meridionali sono rientrati a casa dal Nord e il premier pugliese, dopo aver insultato i medici lombardi, ha dovuto mettere in quarantena tutta Italia. Perché se il corona virus conquista il Sud, da drammatica la situazione diventa irreparabile.

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