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Vittorio Feltri in controtendenza. "Non ce l'ho con Conte, ma coi virologi. In che mani siamo"

Vittorio Feltri
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Cari professori, siete scatenati nell'illusione di trovare i motivi che hanno permesso al virus di attaccare l'umanità e distruggerla. Non solo, pretendete altresì di suggerire agli specialisti e ai governanti il modo più efficace per vincere la battaglia. Il che mi appare ridicolo. Nessuno ha capito qualcosa di pestilenza e voi pensate di aver scoperto il migliore antidoto. Il nostro esecutivo ha varato provvedimenti insufficienti, e questo è garantito al limone, eppure non mi sembra che voi abbiate il coniglio nel cilindro. Guidare un Paese in una situazione normale richiede i consigli e anche le critiche di chiunque abbia un minimo di ingegno, tuttavia nel casino in cui siamo ora è ingeneroso sparare su questo o su quello perché l'infezione continua a uccidere poveri cittadini.

Intanto i medici in trincea si ammazzano di lavoro e si oppongono al Corona con mezzi inadeguati. E non c'è anima che abbia individuato lo straccio di un medicinale in grado di sconfiggere il morbo, tanto che tra le copiose vittime figura un alto numero di camici bianchi, infermieri inclusi. Le polemiche sono il sale della vita, ma quando sono inutili, basate sulla incompetenza, servono soltanto ad aumentare la confusione. Chi dice rosso e chi dice nero: si ignora quale sia la verità, non c'è alcuno che l'abbia in tasca. Vari soloni sostengono che l'isolamento della popolazione sia l'unica terapia praticabile, altri soloni affermano il contrario. Tutti si improvvisano virologi pur non possedendo alcuna nozione in materia.

La mia impressione è che anche voi, pur essendo persone colte e provvedute, non sappiate un cazzo, quanto me, eppure noto che vi impancate a docenti di infettivologia e roba simile. Mezzo mondo è infestato e seguita ad ammalarsi e le salme si accumulano non proprio come a Bergamo, ma quasi. E voi insistete: facciamo questo e facciamo quello. Mi pare un eccesso di presunzione esercitata a tavolino, in casa vostra, e non nelle corsia ospedaliere dove i dottori impazziscono nel tentativo di contenere la strage.

Non siete i soli ad aspergere litri di saggezza e non ce l'ho con voi, mi limito a invitarvi a riflettere: nel marasma generale che coinvolge decine di Stati non è opportuno fare i maestrini e insegnare urbi et orbi come comportarsi davanti allo strapotere di un virus devastante. Costringere la gente a starsene barricata tra le quattro mura non è meraviglioso, però si dà il caso che nella storia secolare delle epidemie si è sempre adottata la quarantena per uscirne vivi. Quindi adagio con le accuse a chi sta gestendo questa perfida congiuntura.

L'unico rimprovero che mi sento di muovere nei confronti degli addetti ai lavori, è diretto ai cosiddetti scienziati che si beccano quotidianamente nei talk-show televisivi. Non ne esistono due che vadano d'accordo sull'analisi del fenomeno. Possibile che nessuno di essi sia ancora riuscito a scoprire un medicinale risolutivo? In fondo siamo al cospetto di un virus, mica di un marziano. Si diano una mossa, studino, ricerchino, facciano delle prove per vedere quale sia la via d'uscita. La loro nobile categoria ha scoperto la penicillina, il rimedio alla poliomielite, al vaiolo eccetera, come mai non è in grado di scovare il nemico del Corona o almeno un farmaco che ne contingenti la furia distruttrice? Scienziati, siamo nelle vostre mani, oddio in che mani siamo.

 

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