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Vittorio Feltri difende Barbara D'Urso: "Linciata perché prega in tv? Maialata indegna di un Paese civile"

Vittorio Feltri
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Barbara d'Urso dopo avermi riservato un paio di scherzi da prete, anzi da suora, mi è diventata più antipatica di suo cugino, il Coronavirus. Tuttavia ciò non mi impedisce di darle ragione quando ce l' ha. È successo che qualche sera fa ella abbia invitato nel suo programma su Canale 5 Matteo Salvini e con lui abbia recitato, penso in diretta, una preghiera che, secondo me, porta sfiga, l' Eterno riposo, rivolto come noto ai defunti, che in questi giorni di pestilenza crescono come funghi fino a riempire obitori e cimiteri.

 

 

Intendiamoci, una trasmissione televisiva basata sul Requiem non è il massimo per tirare su di morale il pubblico, pertanto fosse dipeso da me avrei sconsigliato vivamente la messa in onda della macabra prece. De gustibus. In ogni caso non si spiegano gli attacchi isterici che hanno colpito la popolare conduttrice e il famoso uomo politico in quanto protagonisti di una orazione, peraltro breve, dedicata ai morti in un momento in cui essi sono protagonisti. Oltre 300 mila persone hanno firmato una petizione allo scopo di chiudere il format o, almeno, promuovere l' allontanamento della star dagli studi Mediaset, manco ella si fosse macchiata di un delitto. Ma povera signora, si è limitata con il suo ospite a fare un esercizio abituale per ogni cattolico che partecipi a un funerale.

 

 

A certi riti tipici dei cristiani dovremmo essere avvezzi e scandalizzarsi poiché vengono proposti in video costituisce una idiozia. Lo spettacolo mortuario può non piacere, però chi non lo gradisce dispone di un'arma difensiva efficacissima: azionare il telecomando e cambiare canale. Mettersi lì col coltello tra i denti e organizzare una sorta di referendum per scacciare la d'Urso in versione religiosa è una maialata indegna di gente civile. Barbara lavora in una antenna privata, di proprietà di Silvio Berlusconi, non in un ente pubblico, pertanto ha il diritto di agire come le garba, al massimo sarà l' editore, non una banda di scriteriati, a licenziarla. Cosa che non avverrà dato che la presentatrice, quantunque non mi vada a genio, è una gallina dalle uova d' oro per il Cavaliere.

Tra l' altro è incomprensibile il fatto che madame e Salvini vengano bersagliati in quanto bigotti e inclini a manifestare la loro fede. Matteo è stato varie volte lapidato perché baciava il crocefisso e la Corona del Rosario. Ora pure la d'Urso viene presa a male parole per via dell'Eterno riposo. Nessuno ricorda che per circa mezzo secolo l' Italia fu egregiamente governata dalla democrazia cristiana, nel cui simbolo spiccava una croce, vessillo principale della fede. Né rammenta che lo slogan più incisivo degli eredi di don Sturzo, un sacerdote, era il seguente: «In cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no». Frase scritta da Giovannino Guareschi. Questo per ribadire che la strumentalizzazione della chiesa è un fenomeno storico che ora non può essere biasimato soltanto perché Barbara e Matteo lo hanno rispolverato.

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