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Vittorio Feltri replica a Paolo Becchi: "Coronavirus, estraggo il cannone e ti sfondo il cranio con piacere"

Vittorio Feltri
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Caro professore, il tuo articolo che simpatizza per il virus, al punto che ti dispiace eliminarlo, non mi ha fatto arrabbiare. Al contrario, mi ha divertito nonché convinto che tu non stia tanto bene, spero non a causa del Corona a cui ti sei affezionato quanto al gatto, secondo me più meritevole di affetto. Ma veniamo al punto, io fortunatamente non sono un filosofo per cui non posso scrivere cazzate. Mi devo attenere alla realtà e magari descriverla. Il tuo fraterno Corona avrebbe tutto il diritto di vivere in pace se non rompesse i coglioni a noi esseri umani. Lui ci aggredisce per campare? Bravo. Però io, se posso, faccio secco te, brutto virus schifoso, per sopravvivere. Si chiama legittima difesa.

 

 

Io sono amico tuo, eppure, se vieni qui a minacciarmi con la pistola perché vuoi la mia penna stilografica o le mie penne, io estraggo il cannone e ti sfondo il cranio con sommo piacere. Cosa diavolo vuoi che me ne freghi a me del tuo socio Covid-19, tienitelo stretto ma non pretendere che io volentieri sacrifichi la mia esistenza al fine di consentire a lui di continuare a sopprimere ragionieri innocui, benzinai e impiegati postali. Meglio che crepi Corona piuttosto che mio cugino.

 

 

Come fai a non capirlo? Magari tu sei uno che mangia polli arrosto e pesci lessi. Di questi animali non te ne importa nulla, li subordini alla tua gola, poi ti coccoli quella merda del virus. Scusa, Paolo, ma tu sei uno sterminatore di zanzare? Io sì. Non le uccido per godimento, bensì per non grattarmi.
Non mi sento un assassino per questo. Tu allevati tutti i corona che ti pare, tuttavia non credere di trovare in giro un pirla che sia solidale con te.

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