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Vittorio Feltri risponde a Paolo Becchi sul coronavirus: "Se non hai nulla da dire, limitati a imprecare"

Vittorio Feltri

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Caro professor Becchi, vedo che ti stai innamorando della prosa incomprensibile alla maggioranza dei lettori, i quali difficilmente arriveranno a leggere fino in fondo il tuo articolo odierno. Che è di una noia più mortale del Covid. I giornali sono popolari per definizione, e tu questo concetto elementare lo ignori, cosicché scrivi spesso per i tuoi compari dell' Università nella presunzione di essere preso in parola da chi acquista Libero per essere informato sui fatti e non indottrinato da teorie filosofiche più o meno astruse. Solo dei cretini come noi possono ospitare un pistolotto quale quello che ci infliggi oggi con l' intento di illuminarci mentre infittisci, in realtà, il buio già pesto che ci circonda. Anche a noi ovviamente questo flagello sta sui coglioni, tuttavia non sappiamo, quanto te, come combatterlo. Istintivamente gli uomini cercano di sfuggire alla morte riproponendosi, una volta salvi, di ricostruirsi una esistenza accettabile. Odio i termini bellici allorché si discetta del virus assassino, non mi va di definire guerra la lotta contro il morbo. La mia speranza, che mi accomuna a ogni italiano, è che gli scienziati invece di godere apparendo ogni dieci minuti in televisione, si dedichino alla scoperta di un vaccino che possa restituirci il piacere di campare senza angoscia.

 

 

Tu sei semplicemente incazzato con la politica e i suoi dintorni poiché ti costringono a soggiacere a determinate regole terra terra - per esempio l' isolamento e la distanza sociale - finalizzate a ridurre il rischio di contagio. Comprendo la tua irritazione, però da te, intelligente quanto sei, mi aspetterei oltre alle lagnanze qualche suggerimento efficace allo scopo di sconfiggere Corona. Invece vai avanti a riempire fogli per rimproverare chi amministra le istituzioni senza inventarsi una soluzione e non fai altro che frignare sul virus versato, immagino insensibile ai rimbrotti professorali che dai alle stampe. Pure io ne ho piene le scatole degli arresti domiciliari, della chiusura di ogni esercizio, di non poter trascorrere le giornate alla mia maniera. Ma non ho alternative da proporre come non le hai tu. E allora mi limito a imprecare: così fan tutti tranne te che ti ubriachi con dosi eccessive di filosofia, un liquido che non mi piace. Sono convinto che dopo i presocratici, i cosiddetti pensatori abbiano inventato soltanto delle minestre riscaldate e indigeribili. Facile criticare chi, pur incapace, si dà da fare per salvarci. Errori ne sono stati commessi tanti nella presente congiuntura. Correggili tu se sei in grado anziché spiegare a noi, comuni mortali, che l' attuale è una vita di merda, di questo ne eravamo già consapevoli. Comunque: "Primum vivere, deinde philosophari".

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