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Vittorio Feltri risponde alla lettera di Giovanni Nostro: "Meridionali inferiori ai settentrionali? Era solo un riferimento economico"

Vittorio Feltri
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Vittorio Feltri risponde alla lettera di Giovanni Nostro

Caro Giovanni Nostro, ti ringrazio della lettera garbata inviatami. Tuttavia non condivido ognuna delle tue argomentazioni, poiché io nel dire in tv, ospite di Mario Giordano (Fuori dal coro), che i meridionali sono inferiori ai settentrionali non mi riferivo affatto alle loro qualità morali e intellettuali, bensì al fattore economico, nettamente svantaggioso rispetto al Settentrione.

Ovviamente la diversità di reddito fra le due zone del Paese provoca problemi facili da appurare e difficili da risolvere. In sostanza, le mie dichiarazioni fraintese si riferivano ai portafogli e non certo ai cervelli, quindi nulla di antropologico e tutto finanziario. Pure il più tonto dei polentoni è consapevole che Benedetto Croce, Giovanni Verga, Gabriele D'Annunzio, Corrado Alvaro e Leonardo Sciascia (cito i primi nomi che mi sovvengono) non fossero delle teste di rapa, bensì personalità eccelse espresse non dalla Valle Brembana, piuttosto dal glorioso Meridione. Sta di fatto che il reddito pro capite della Campania ammonta a 19 mila euro (ISTAT), mentre quello della Lombardia è il doppio, 37 mila euro. Devo fingere di ignorare codesti dati e proclamare che a Napoli vi sono più risorse che a Milano?

La realtà non è mai offensiva né ingannatrice, per cui non comprendo il motivo che induce tanta gente a prendersela con me, accusandomi di ogni nefandezza, soltanto perché mi sono limitato a sottolineare la verità. La mia esternazione pertanto non è stata infelice, semmai male interpretata da chi non riflette su quanto ascolta e su quanto legge. Qui al nord sono stati commessi molti errori, però le morti registrate negli ultimi due mesi da queste parti non sono state causate da disattenzioni degli apparati sanitari e amministrativi, bensì dal virus che ha colto chiunque di sorpresa, inclusi i virologi, molti dei quali ne sanno di meno degli infermieri, anche perché frequentano maggiormente gli studi televisivi dei laboratori scientifici. Tu, Giovanni, ami la tua gente, come io amo la mia benché spesso la critichi in quanto mi appaia in talune circostanze un po' ottusa. Per essere uomini provveduti non basta nascere a Milano o a Napoli. La categoria degli stolti è universale e si sviluppa ad ogni latitudine, nonostante talvolta ci siano cretini più cretini di altri. Dare a me dell'antimeridionale significa trascurare la mia storia e il mio operato.

 

 

I vari giornali che ho diretto nel mio percorso sono sempre stati imbottiti da geniali terroni (sinonimo scherzoso) che mi hanno aiutato nelle imprese da me avviate. Non ho mai nutrito sentimenti improntati a razzismo. Non avrei potuto in quanto, peraltro, sono cresciuto in Molise, Terra del Sacramento (leggete Francesco Jovine), ovvero a Guardialfiera (provincia di Campobasso), dove ho trascorso gli anni più felici della mia esistenza. E ora ti svelo una notizia che ho sempre taciuto per riservatezza.

Recentemente, un mio amico di quel paesino delizioso mi ha informato che la campana più antica del mondo si è guastata e necessita di restauro. Peccato che i guardiesi, non certo ricchi, non avessero i 15 mila euro indispensabili per restaurarla. Ispirato da un senso di gratitudine per i miei compaesani, ho inviato al parroco un bonifico pari alla menzionata cifra. Mi hanno promesso la cittadinanza onoraria, però l'ho rifiutata. Il Molise e i molisani sono nel mio cuore e mi interessa il loro affetto, non la riconoscenza. Quando mi tacciate di antimeridionalismo non mi arrabbio, vi compatisco. Disconoscete tutto di me e se dichiaro che in Bassitalia girano meno soldi che in Lombardia mi insultate. Vergognatevi. Non posso chiedere venia per quanto ho asserito né mi preme ricevere scuse poiché chi ha ragione non ha niente da temere. Gli increduli telefonino al parroco di Guardialfiera e verifichino se ho mentito.

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