L'analisi

Pietro Senaldi: "Cosa non vi dicono di Matteo Salvini (e perché non è in crisi)"

Pietro Senaldi

Assistiamo da un paio di settimane a una gara a dare del morto a Matteo Salvini. Pur di seppellire il capo della Lega la sinistra, che non ha politici propri da contrapporgli, si esercita nell' esaltazione di Luca Zaia. Per carità, il governatore del Veneto è un fenomeno. Noi di Libero lo sosteniamo da anni e non abbiamo avuto bisogno della pandemia per scoprirlo, ma siamo convinti che egli non voglia e non possa insediare la leadership dell'ex ministro dell' Interno. Peraltro, anche se accadesse, la cosa non sarebbe un successo della sinistra. Piddini e soci hanno fatto del cambiare guida la loro ragione d' esistenza, ma comunque non potrebbero attaccarsi al carroccio di Zaia.
A esaltare il nutrito esercito degli odiatori di Salvini è il fatto che nei sondaggi la Lega sia scesa sotto il 30%, forse addirittura al 26. I compagni non riflettono sul fatto che solo due anni fa essa era al 17% e danno per malato Matteo e in buona salute M5S, che è invece crollato dal 34% al 16 e rischia di essere sorpassato dalla Meloni, e il Pd, che sta al 22% malgrado sia l' unico partito di sinistra in Italia.

 

 

La flessione dei salviniani è innegabile, ma siamo persuasi che essa sia momentanea. La storia tra Matteo e gli italiani non sarà un' avventura destinata a durare un paio di primavere. Proviamo a spiegare le nostre ragioni.

1) Salvini vive tra la gente. Ha una leadership fisica, fatta di foto, comizi, pacche sulle spalle. Privarlo del contatto con gli elettori è come togliere il piede sinistro a Maradona. Quando potrà tornare a giocare a tutto campo, l' ex ministro si riprenderà.
2) Matteo ebbe il grande exploit nei consensi quando, arrivato al Viminale, dimostrò in due settimane che si potevano fermare gli sbarchi, mentre la sinistra da anni sosteneva che fossero una necessità. Il Covid-19 ha messo in secondo piano il problema, ma la maggioranza, con istinto kamikaze, l' ha riportato alla ribalta, pianificando la sanatoria di 600mila disperati. È un assist che la Lega non si farà scappare.
3) L' Italia vive una situazione surreale. Il Paese è fermo, Conte ha estromesso opposizione e maggioranza per consegnarsi a presunti esperti. Salvini è in panchina e, tornando all' esempio di Maradona, neppure un fuoriclasse può segnare senza giocare. Quando il terrore del virus lascerà spazio ai problemi della ripartenza, gli italiani si ritroveranno impoveriti e senza il sostegno economico del governo. Per la Lega si apriranno praterie. Commercianti, partite Iva, imprenditori, dipendenti che hanno perso lavoro: ci sono milioni di persone alle quali il premier ha fatto promesse che non riuscirà a mantenere, si sentiranno prese in giro e avranno un' unica direzione verso la quale guardare, il centrodestra.

4) La storia del coronavirus dev' essere ancora tutta scritta. La Lombardia, terra simbolo della Lega salviniana, è stata oggetto di un massacro mediatico alimentato anche da svariate fake-news. Questo ha danneggiato l' immagine di Salvini uomo di governo. Tuttavia, dai positivi Covid-19 che non sono mai stati trasferiti al Pio Albergo Trivulzio, alla terapie intensive che hanno retto, alla zona rossa della Bergamasca negata dal governo e non dalla Regione, la verità sta venendo a galla. E presto emergeranno anche le responsabilità del governo e del Pd nella sottovalutazione iniziale della pandemia, il cui rischio è stato tenuto nascosto da Conte per quasi due mesi.
Quando si capirà che la Lombardia ha sconfitto il virus nonostante il governo, e non grazie a esso, Salvini risalirà nei sondaggi.

5) L' esplosione della pandemia ha rinvigorito il sentimento nazionale, con bandiere sui balconi e mascherine tricolori. In più la fase della ripartenza ha messo in primo piano le Regioni, obbligate ad agire, stante l' inconcludenza dell' esecutivo e delle sue commissioni. Sovranismo e autonomia sono entrambi valori fondanti della Lega e torneranno a essere carburante per Salvini.
6) La situazione economica è drammatica. Se ne usciremo sarà grazie agli imprenditori, ai professionisti e agli autonomi del Nord, i soli che sembrano volersi rimboccare le maniche, mentre la sinistra si occupa di importare migranti al Sud per continuare a lasciare sul divano i percettori del reddito di cittadinanza. Gli artefici del nuovo miracolo italiano non avranno nessun Conte e nessun Zingaretti da ringraziare.

7) La reazione egoista alla pandemia dell' Europa, e in particolare della Germania, ha rivitalizzato il sentimento antieuropeista, che pareva sopito da un paio d' anni.
Con Fratelli d' Italia, la Lega è l' unico partito che ha messo seriamente in discussione l' Unione. Le figure da camerieri di Conte, e di tutti i nostri governanti a Bruxelles saranno un epitaffio per la sinistra.

Non siamo fattucchiere. Possiamo sbagliarci. Ma ci auguriamo di no perché, se guardiamo l' Italia, non sappiamo dire se la disgrazia peggiore sia il virus o il governo.