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Vittorio Feltri su Attilio Fontana: "Prendersela con lui e con la Lombardia fa comodo a chi odia il Nord"

Vittorio Feltri
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Il presidente della Regione Lombardia viene quotidianamente bersagliato dalla sinistra, specialmente la più estrema, la quale ha perfino scritto su un muro che si tratta di un assassino. Dopo di che i progressisti danno degli odiatori ai propri avversari. Attilio Fontana in realtà è una persona mite, un amministratore avveduto che non ha mai calpestato bucce di banana neanche per sbaglio. Ha contrastato come ha potuto, fin dall'inizio e in opposizione al governo, il virus mediante i mezzi di cui disponeva. Purtroppo da queste parti il morbo ha colpito duro, più che altrove, per il semplice fatto che qui il numero degli abitanti sfiora gli 11 milioni, la gente vive a stretto contatto e il contagio dunque è molto più facile e rapido.

D'altronde Milano (Mediolanum) è al centro di un territorio nevralgico dove transitano tutti i commerci tra il centro Europa e l'Europa meridionale, ovvio che la densità umana superi quella della Basilicata con le conseguenze del caso. La nostra sanità locale non ha nulla da invidiare ad alcuna nazione continentale, e se il Covid ha provocato una strage ciò è dovuto alla sua misteriosità. E ancora oggi fa paura poiché è sconosciuto e quindi difficile da prevenire e debellare. La dimostrazione che la malattia sia devastante dovunque si manifesti è data dalla circostanza che negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Spagna e in numerosi altri Paesi le vittime del Corona sono state e continuano ad essere una massa pressoché incalcolabile.

 

 

Basta questo per dire senza ombra di dubbio che l'Italia, per quanto rallentata e afflitta da una burocrazia ottusa, non si è comportata meno virtuosamente di tante altre nazioni. Il problema risiede nella qualità perniciosa dell'infezione che ha colto impreparati perfino i più stimati scienziati, non nell'imperizia dei politici, per quanto incompetenti. Cosicché prendersela con i lombardi può far comodo a chi detesta il Settentrione, causa acrimonia economica e sociale, tuttavia non ha alcun senso. Infatti la nostra regione seguita ad essere meta di tanti meridionali che preferiscono farsi curare a Milano per un banale motivo: qui la sanità garantisce risultati nettamente superiori.

Tra l'altro, conviene ricordare che il capoluogo lombardo conta un milione e mezzo di residenti, però i milanesi non superano le 70 mila unità. Tutti gli altri che vi sbarcano il lunario provengono da lontane province, specialmente del Sud, e qui lavorano sodo confermando che antropologicamente non sono affatto inferiori ai nordici, ma semplicemente hanno abbandonato le loro terre in quanto esse offrono minori opportunità di impiego, di qui la mia affermazione in tv che nel Mezzogiorno esiste una oggettiva inferiorità economica, sociale e perfino civile, visto che le mafie in varie zone la fanno da padrone, essendo più efficienti e organizzate dello Stato. Chi lo nega ha le fette di salame sugli occhi. Ci auguriamo che i dissidi tra settentrionali e meridionali siano soltanto pretesti sciocchi per alimentare un campanilismo le cui origini risalgono all'epoca dell'Italia dei Comuni. riproduzione riservata.

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