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Paolo Becchi, anatomia del coronavirus: "La fortuna di Conte è l'Italia dei parassiti che ingrassa a casa"

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
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Ci sono alcune cose nella narrazione dominante che a nostro avviso sono false. Ecco qui un riassunto. E vedremo perché comunque a Conte e a una parte di italiani queste falsità sono tornate piuttosto utili. Non è vero innanzitutto che si sia verificata una pandemia con una mortalità eccezionale per cui si doveva per forza «chiudere tutto». Basta controllare quanti sono morti nel mondo per altri virus simili, sempre provenienti dall'Asia, quello di «Hong Kong» del 1968-69 e l'«Asiatica» del 1957-58 e si scopre che i decessi erano stati da tre a dieci volte maggiori. L'Enciclopedia Britannica, ad esempio, indica «da uno a quattro milioni» i morti per il virus del 1968, mentre come si sa il Coronavirus finora ha causato nel mondo 300mila morti. In percentuale lo 0,0038.

Se si considera poi che la popolazione mondiale è aumentata da allora di 2 miliardi di persone si può dire senza problemi che nel 1968 si è continuato la vita come prima in presenza di un virus che fece dieci volte più morti di oggi nel mondo. Anzi all'epoca ci fu al contrario un'esplosione di «socialità», ci furono i famosi concerti come Woodstock in America e simili qui in cui centinaia di migliaia di giovani si accalcavano gli uni sugli altri e poi uno tsunami di manifestazioni di piazza, in presenza di un epidemia di polmoniti che colpiva, come oggi, quasi solo gli anziani in condizioni precarie. Non è vero, inoltre, che anche con riferimento agli ultimi anni in Italia si sia verificato qualche cosa di eccezionale perché ad esempio nel 2014 in Italia, secondo l'Istat, si verificarono 596mila decessi e l'anno dopo 647mila, e non è detto che alla fine dell'anno i dati non siano simili o addirittura inferiori.

Quest'anno la stagione invernale delle polmoniti è stata molto più tenue del solito, da dicembre a febbraio i decessi sono stati migliaia di meno e l'aumento di decessi da inizio marzo è stato quindi in parte compensato (anche perché nella maggioranza delle province italiane, il Centro e il Sud, ma anche il Friuli o città come Venezia, Ferrara o Bologna non si è verificata una variazione significativa nei morti come in Lombardia). Se si considera quindi l'intero Paese e la stagione invernale, si può già dire che ci sono stati stagioni peggiori come il 2015, per non parlare del famoso inverno 1999-2000, che è rimasto nella storia per una mortalità eccezionale in Europa. Una prima conclusione: non c'è stata alcuna pandemia e neppure una epidemia in Italia, dal momento che la diffusione del virus non ha toccato i 3/4 della nazione.

EUROFALSITÀ
Facciamo un salto all'economia. Anche qui circolano falsità. Non è vero che lo Stato italiano sia strangolato dalle regole fiscali della Ue in questo momento perché in realtà con questo pacchetto fiscale di spesa e detrazioni fiscali di maggio in arrivo il deficit ufficiale salirà dai circa 30 miliardi dell'anno scorso a circa 110 miliardi, ma in realtà sarà di oltre 150 miliardi, forse anche 170 miliardi perché ovviamente stanno sparendo decine di miliardi di introiti da Iva, Irpef, Irap e accise varie (basta pensare alla benzina, il cui prezzo è per il 75% tasse in Italia). Questo enorme deficit pubblico sarà alla fine vicino al 10% del Pil perché il povero Pil dell'Italia crollerà secondo tutte le previsioni di un 20% adesso e poi anche riprendendosi gradualmente di un 8% a fine anno per cui può ridursi sotto 1,700 miliardi. Quindi ci saranno 170 miliardi di deficit ad esempio su 1,700 miliardi di Pil.

 

 

E chi lo finanzia? La Bce che, infischiandose sinora della Corte Costituzionale tedesca, sta comprando ora praticamente solo titoli di stato italiani, violando tra l'altro la regola che prescrive che deve comprare in proporzione al peso del Paese («capital key»). Non è vero pertanto che non possiamo fare deficit molto ampi e non è vero che la Bce non li finanzia. Che cosa e chi abbia spinto a far cambiare stile di vita e abitudini a milioni di persone, a privarle delle loro libertà e a far crollare intere economie - complottismi a parte -, non lo sappiamo. Non abbiamo trovato un «centro di gravità permanente». Qualcuno per certo ci ha guadagnato. E molti ci hanno perso. La storia tra qualche mese dirà se avesse ragione la Svezia ad andare contro corrente. Su quello che è successo in Italia però una idea ce la siamo fatta. Cosa spiega un «lockdown» così totale e prolungato nel nostro Paese, unico al mondo, con meticolosi divieti governativi che riguardano ora la stagione estiva, e in prospettiva persino l'autunno?

IN VACANZA
Ammettiamolo, c'è «una Italia» che il lockdown non lo ha patito più di tanto, perché la restrizione del dover «restare in casa» è stata compensata per i lavoratori dipendenti statali e anche molti del settore privato dal fatto che hanno dovuto lavorare molto meno di prima. Il fatto che tribunali, scuole e uffici pubblici non siano attrezzati al lavoro a distanza come lo è Google o Microsoft ha fatto sì che molti semplicemente facessero poco o niente. Non solo nel settore pubblico. Racconta un direttore di una banca che quando provano a controllare quanti dipendenti siano effettivamente collegati ai computer della banca da casa in un dato momento le percentuali sono spesso del dieci per cento. Non si torna in aula a fare i processi e certo ai giudici questo prolungamento delle vacanze non dispiace. Non si torna in aula neppure all'università, e questo certo ai professori non dispiace, se vogliono possono lavorare comodamente da casa senza la rottura di viaggiare se, ad esempio un professore è residente fuori sede. Università chiuse almeno sino a settembre (gli esami dovranno essere fatti in via telematica) e c'è chi pensa, a questo punto, di continuare con la «didattica a distanza» anche il prossimo anno accademico.

DALL'EPIDEMIA ALLA CARESTIA
Il disastro economico beninteso esiste, ed in Italia si prepara un autunno «freddo» per molte famiglie italiane. Al «distanziamento sociale» farà seguito l'«esclusione sociale», con una fetta sempre più ampia di popolazione sotto la soglia della povertà. Dall'epidemia alla carestia. Ma c'è chi ha goduto e continua a godere di questa strana vacanza in casa, pagati però come prima. Stipendi, pensioni, cedole e affitti continuano ad essere percepiti in presenza di poco lavoro svolto. Conte al momento resta ancora alto nei sondaggi perché è riuscito a far passare il messaggio che ha «garantito la salute pubblica», consentendo in fondo a milioni di italiani lavoratori dipendenti di starsene a casa facendo poco e avendo tanto tempo libero a disposizione, ma venendo pagati regolarmente lo stesso. Su questa Italia il presidente del Consiglio è stato sinora molto abile a costruire la sua fortuna. Ovviamente l'economia produttiva, quella delle imprese e del lavoro autonomo, di chi ha un attività economica, è stata strangolata. Ma questa è «l'altra Italia», quella che soffre, «l'Italia dei dolori».

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