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Pietro Senaldi, 20mila immigrati in arrivo? "Matteo Salvini, aiutaci tu"

Pietro Senaldi
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C'è da morire dal ridere. Malgrado la pandemia e la chiusura delle frontiere, nei primi quattro mesi dell'anno gli sbarchi di clandestini in Italia sono aumentati del 344% rispetto al 2019. Come se non bastasse, i servizi segreti hanno lanciato un allarme. Ci sono ventimila profughi pronti a salpare verso le nostre coste. Da quando la Libia, destabilizzata da Obama, è passata dalla sfera d'influenza italiana a quella del turco Erdogan, il tiranno islamico usa infatti i disperati dell'Africa rinchiusi nei lager di Tripoli come arma di ricatto verso l'Occidente. Per rafforzare il proprio potere sul ras locale, Al Sarraj, l'erede dei sultani di Bisanzio, sotto la minaccia dell'invasione, tratta aiuti e prebende dall'Europa verso il Nord Africa. Il nostro governo ha capito il giochino con mesi di ritardo e si è attivato nel fine settimana, insieme a Grecia, Spagna, Malta e Cipro, scrivendo all'Europa che così non si può più andare avanti e ogni Stato deve prendersi una quota di profughi. Toh, quand'era al Viminale Salvini sosteneva la stessa tesi, ma ai tempi la sinistra non era d'accordo. Cambiano i tempi e l'attuale ministra dell'Interno è in partenza per Tunisi. La Lamorgese si propone di affrontare la situazione con le autorità locali ma il viaggio rischia di essere turistico anziché risolutivo. Nel frattempo l'Italia, a ottobre, si prepara a processare il suo predecessore per sequestro di persona per essersi opposto agli sbarchi. Il reato non esiste, lo dicono anche i magistrati intercettati, ma il leghista va portato alla sbarra perché il nemico è lui, non Erdogan, gli scafisti, i macellai libici o le sedicenti organizzazioni umanitarie. Non è finita. Meno di un mese fa, la ministra dell'Agricoltura ha varato una maxi sanatoria di 300 mila clandestini che, nella sua testa, sarebbero serviti a raccogliere frutta e verdura che stavano marcendo nei campi. Effetto secondario sarebbe dovuta essere l'entrata di oltre un miliardo di euro nelle casse dello Stato perché la regolarizzazione è a pagamento: 500 euro a carico del datore di lavoro, 120 a carico dell'immigrato irregolare. C'è tempo fino al 15 di luglio. Doveva esserci il pienone, ma per ora ci sono state solo 10 mila domande. GLI

 

 

Molti agricoltori hanno preferito assumere gli stagionali tra gli studenti e i disoccupati italiani. Altri hanno organizzato voli con andata e ritorno da Marocco e Romania per importare la forza lavoro a tempo e rispedirla in patria in autunno. A darsi da fare però sono state le organizzazioni malavitose, che mettono in vendita sotto costo permessi falsi. La Bellanova aveva giurato che la sanatoria avrebbe azzerato lo sfruttamento degli immigrati da parte dei clan mafiosi, invece ne ha incrementato gli affari. Il quadro è desolante. Urge un ritorno in auge di Salvini. Anche perché, incurante dei fatti sopra esposti, il governo giallorosso è tornato a discutere di ius soli, ovverosia di concedere la cittadinanza a chiunque nasca in Italia, ma anche a chi non vi è nato ma ci ha solo studiato cinque anni; in questo caso si chiamerebbe ius culturae. Siamo un Paese strano. La sinistra va in piazza per protestare contro i soprusi, inaccettabili, della polizia americana ma a tutti pare normale che lo Stato non paghi le casse integrazioni e non agevoli i prestiti promessi alle imprese. Tutti preoccupati per i mali del mondo e nessuno che si strappi i capelli per il razzismo nei confronti dei lavoratori di casa nostra. La maggioranza degli italiani pare non gradire. Ora che la clausura è finita, il Capitano leghista dovrebbe riprendere in mano la situazione. C'è un sondaggio della Ghisleri che potrebbe confortarlo molto. I tre nemici storici di Salvini sono in crollo di consensi. Il governo riscuote l'apprezzamento solo del 34% degli italiani e Conte è al 43, lontano dal 58 del mese scorso. Più si allontana l'emergenza sanitaria e diventano profonde le ferite del tessuto economico, meno il verboso premier è gradito. Peggio va agli atri due grandi avversari istituzionali dell'ex ministro. L'indice di fiducia nei confronti della magistratura è precipitato al 26%, e pare anche troppo visto lo schifo rivelato dalle ultime intercettazioni, che fotografano un mercato delle vacche per l'attribuzione degli incarichi e una logica solo politica nella scelta delle inchieste.

Neppure la Chiesa, che piace al 34% degli intervistati, sorride. Gli italiani, in tempi di ristrettezze, si attenderebbero dal Vaticano gesti di solidarietà spicciola, come ai vecchi tempi, non prese di posizioni politiche terzomondiste. Anche le quotazioni del Quirinale sono in ribasso. Il rispetto di Mattarella per i limiti che gli impone la Costituzione vengono da molti scambiati per un sostegno al governo. Salvini ha patito nei consensi l'esplodere della pandemia, che ha congelato i temi forti della sua lotta politica: immigrazione, sicurezza, economia. Ora la cronaca gli offre un chiodo al quale appigliarsi per riprendere il bandolo della matassa. Quel che conta è che riesca a dare l'impressione di poter incidere. Sui temi economici è arduo, su sicurezza, ius soli e traffico di clandestini la strada è spianata. 

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