Cerca
Cerca
+

Vittorio Feltri e Berlusconi: "Anche a me i senatori a vita non piacciono, ma il Cav lo merita"

  • a
  • a
  • a

Cari lettori, comprendo le vostre ragioni, ne avete e lo riconosco. Anche a me non piacciono i senatori a vita, di solito nominati non sulla base di meriti speciali bensì per affinità col potere. Inoltre non ravviso la necessità di mandare in parlamento personaggi, più o meno discutibili, non eletti dal popolo ma designati dal presidente della Repubblica quasi che questi fosse un monarca. Tuttavia, il caso di Berlusconi richiede un discorso a parte. Egli è stato condannato alla galera da vari giudici non tutti perbene, ciò almeno risulta dalle ultime rivelazioni a cui è difficile non credere. Lo hanno massacrato con una sentenza che non appare legittima, dal momento che una toga del collegio giudicante ha dichiarato che il problema non era il reato non commesso da Silvio, piuttosto quello di farlo fuori perché considerato un mascalzone. Ieri sono emerse nuove testimonianze che avvalorano l'ipotesi del complotto politico-giudiziario. Insomma, siamo di fronte a una manovra abbastanza disgustosa che va chiarita nei dettagli. Però una cosa è comunque già assodata. Il Cavaliere è stato sacrificato poiché stava sul gozzo alla bottega della sinistra. Su questo non mi pare sussistano dubbi. Tra l'altro il leader di Forza Italia, all'epoca primo partito nazionale, venne espulso proprio dal Senato per effetto della legge Severino, applicata erroneamente in senso retroattivo. Una porcata di questo tipo grida vendetta e impone un risarcimento a vantaggio di chi l'ha subita.

 

 

 

 

Ovvio, andrebbe punito chi ha ordito l'imbroglio, ma sappiamo che in questo Paese i magistrati godono di totale impunità pratica; se uno di essi, poniamo, la combina grossa a Cremona, male chi gli vada lo trasferiscono a Crema e buona notte al secchio. È noto che ogni professionista paga per i propri errori, tranne pm e colleghi. La Giustizia non è mai stata riformata in modo serio cosicché è impossibile sanzionare i reprobi. Cane non mangia cane, in termini brutali e popolari. L'unico che in Italia ha voce in capitolo è Mattarella, il custode della Costituzione, il quale ha l'asso nella manica, cioè rimettere di imperio a Palazzo Madama il Cavaliere, dato che ne fu estromesso in maniera truffaldina. Tutto qua. Non è in discussione la figura del senatore a vita, che pure a noi non garba, eppure, visto che Silvio fu privato dello scranno con una manovra scorretta, come minimo gli va restituito. Come? Regalandoglielo per la vita intera. 

Dai blog