Il libro della giornalista

Vittorio Feltri, le informazioni riservate di Annalisa Chirico: "Ci vorrebbe la triade Salvini-Draghi-Renzi"

Vittorio Feltri

Tra tante "Stelle cadenti", da cui il titolo del libro di Annalisa Chirico (Piemme, pag. 208, 17,50) che vivamente consiglio per una lettura amena e insieme molto istruttiva, ce ne sono alcune che staranno incollate a lungo nel cielo sopra di noi. In particolare sono due quelle che nel futuro immediato potranno, accettando di attrarsi a vicenda, costituire un saldo riferimento per quei naviganti disgraziati che siamo noi italiani, conducendoci fuori dalla palude catramosa di questo governo giallo-rosso. Purché tutto accada in fretta, prima che le cinque stelle cadenti e soprattutto scadenti, figlie di Beppe Grillo, si sfracellino sulla nostra testa, insieme alle stelle lumacone di Zingaretti, provocando un default irrecuperabile. La coppia di astri che reggono nel cielo sopra Milano e Roma, e forse persino Napoli sono - secondo l'autrice Annalisa Chirico - Mario Draghi e Matteo Salvini, e ci salveranno. Con il segreto auspicio che Matteo Renzi, dopo essere stato una stella non solo cadente ma proprio caduta ed essersi risollevata con un colpo di reni galattici, si aggiunga al citato duo formando una sorta di troika della rinascita. Questa tesi spericolata e rivoluzionaria alla Eleonora Duncan è sostenuta da Annalisa Chirico senza smanie furenti. Argomenta l'impossibile (in apparenza) con argomenti pacati e una penna leggera, che agli anziani tra noi richiamerà quella di Vittorio Gorresio per la pulizia di scrittura e l'elegante ironia. Prima però il libro, poi mi permetterò una profezia sull'autrice.

COMPITO SUPREMO
Per farvene saggiare prosa e testa, trascrivo le parole con cui celebra l'accostamento eretico tra il banchiere europeista e il campione dei popul-sovranisti. Scrive Annalisa: "Sebbene così diverse - e diverse in ragione del diverso ruolo ricoperto, Salvini politico, Draghi tecnico, nonché per i diversi percorsi e orientamenti culturali -, le due leadership sono entrambe forti e legittimate dal richiamo a valori solidi, a un intransigente e appassionato senso della missione: in Salvini si esprime nella capacità di mostrarsi compartecipe della vita delle persone che è chiamato a rappresentare, in Draghi nella determinazione a fare di tutto, rompendo gli schemi e sfidando grandi opposizioni, per realizzare il suo compito supremo, salvare l'euro". Ma come? Il nemico per antonomasia della moneta unica, al punto da indicare il professor Alberto Bagnai, il teorico dell'Italbrexit, come responsabile economico della Lega, in tandem o - come si usa dire adesso - in ticket con colui che ha rischiato la propria testa mettendosi contro i tedeschi pur di salvare con una manovra non convenzionale l'euro? Questo matrimonio indecente e favoloso intuito come strada di salvezza regale per l'Italia, e forse persino per una Europa riformata, ha già fatto corrugare le fronti scandalizzate nonché inutilmente spaziose degli abitanti dei piani alti del potere azzimato. Eppure, perché no? Salvini ha già espresso pubblico consenso alla candidatura di Draghi alla presidenza della Repubblica. SuperMario a sua volta in un discorso del novembre 2019 all'Università cattolica ha disegnato un futuro dell'Unione europea e auspicato un governo della moneta e delle politiche fiscali che vanno in una direzione perfettamente compatibile con una dimensione confederale dell'Europa, dove gli Stati non rinunciano alla identità propria di ciascun popolo, e devolvono verso l'alto ciò che è indispensabile (la difesa, i grandi accordi economici) per reggere in un (dis)ordine mondiale terrificante. Io risponderei subito alla Chirico: vasto programma, equivalente a quello di eliminare i cretini dal pianeta. Faccio però finta di crederle. Di certo le do ragione quando sostiene che i veri nemici dell'Europa sono gli integralisti dell'Unione, veri trinariciuti burocrati i quali amano un popolo europeo che esiste solo nei loro astratti algoritmi, e in compenso detestano e schiavizzano le popolazioni e le loro patrie, fatte di sangue e terra. Da qui l'idea chirichiana di alleanza tra europeisti riformatori e sovranisti non ideologici, cioè patrioti (usa questa parola). I quali devono, secondo lei, limare gli artigli anti-europeisti e rendersi conto che confinati in un nazionalismo cieco saremmo ingoiati non più da Berlino ma da extraeuropei e perderemmo il nostro sangue e la nostra terra. "L'Italia, fuori dall'Europa, è destinata a essere una provincia del mondo, risucchiata dalla competizione globale tra macroregioni: Cina, Stati Uniti, Russia e le altre potenze asiatiche".

LIMARE GLI ARTIGLI
Il rimedio vedetelo qua: "L'Europa ha l'urgenza di tornare a essere popolare nei bar e nelle piazze, nei luoghi dove sopravvive un po' di democrazia". E l'alleanza non per forza politica ma istituzionale (Super-Mario al Quirinale Arci-Matteo a Palazzo Chigi) sarebbe una strada perfetta, anzi, visto che si parla di stelle, una via lattea imprescindibile per dirigere l'Italia verso lidi prosperi. Tocca dar conto ora del sottotitolo in copertina: "Perché i leader di oggi sono meteore". Annalisa fa sua la formula di Marco Pannella, che è stato e resta suo maestro nel paradosso e nell'amore liberale, liberista e libertario: "La durata è la forma delle cose". Il tempo presente impone ai capi politici di essere rapidi nella comunicazione, capaci di saltare le intermediazioni, e arrivare al cuore grazie all'uso dei social. Questo è indispensabile per accendere il lampione in cielo, ma poi si tratta di durare. I Cinquestelle, al seguito dei due fondatori Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, sono stati maestri in questa capacità di gettare la Rete (il Web) addosso a vaste masse. Sono però naufragati rapidissimamente, nonostante conservino il timone del comando per l'istinto di sopravvivenza che conduce i parlamentari di ogni partito ad aggrapparsi al seggio come un salvagente. Restano morti anche se come zombie difendono mordendo le loro postazioni di potere. Perché? Mancanza di conoscenza, di ideali, di audacia. Stesso discorso di decadenza rapida è valso e vale per i flaccidi ed eterei piccoli leader dei girotondi e delle sardine. E Renzi? Si stacca dallo sciame delle meteore: è raccontato nei suoi errori, ma anche nella sua capacità, pur con un consenso popolare al momento assai modesto, di essere libero e liberale nel profondo. La soluzione per tornare stella splendente, da pallido astro qual è ora, sarebbe proprio la "mossa del cavallo" stringendo accordi con Salvini (e dunque Draghi). "I due (Matteo) hanno provocato un big bang nella scena politica, senza mai escludere, in un giorno chissà quando, una possibile convergenza per imprimere la svolta che serve al paese". Non può essere solo una tattica a unire i 2+1. Sono necessarie virtù che esse sole consentono in questi tempi calamitosi di durare ed essere incisivi. Eccole: "La triade aurea comprende passione, competenza e coraggio". Vedremo se Annalisa sarà buona profetessa. Ora tocca a me fare il profeta rispetto all'autrice. È un fenomeno, ma questo è noto. Ha 34 anni ed è giornalista, scrittrice, ma non solo: è una donna (che non è un titolo di merito né di demerito) con una capacità di calamitare persone ed energie intorno a iniziative sul tema della giustizia, che oggi in Italia è il punto nevralgico dell'intera politica. Dunque è già in politica. Senza fretta, ma c'è un destino di quel tipo. Il libro finisce così: "Il leader del futuro deve parlare alla gente di cose che alla gente importano. Con gli stivali ben piantati a terra. O su un paio di tacchi, chissà". Quel chissà potrebbe essere lei.