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Vittorio Feltri a Papa Francesco: "Chieda conto a Napolitano di chi ha ucciso Gheddafi"

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Papa Francesco sostiene giustamente che la Libia è un inferno. Ma sorvola sui diavoli che l'hanno resa tale. Noi invece abbiamo buona memoria e ricordiamo cosa accadde nella nostra ex colonia, il cui capo da diversi anni era Gheddafi, il quale bene o male aveva governato tenendo il Paese africano sotto controllo in modo assai efficace. Andreotti, Craxi e Berlusconi in particolare riuscirono ad avere buoni rapporti con il rais intessendo con lui una serie di affari d'oro, non solo in senso petrolifero. Prendiamo la questione della immigrazione. Finché il dittatore libico ebbe in mano il potere e trattò con i nostri governanti alla pari, l'Italia non ebbe molti problemi con i clandestini, che erano tenuti a bada da Gheddafi in base ad accordi diplomatici. Così per lungo tempo. Il colonnello fu ospite a Roma su invito del Cavaliere, che fu criticato dai soliti progressisti nostrani per motivi suppongo ideologici. La visita del rais avvenne in un clima folcloristico, però servì a consolidare una amicizia fruttifera. Poi accadde che la Francia imbizzarrì e volle aggredire la Libia allo scopo di saccheggiarla. Su ordine di Parigi partirono bombardieri: da quel momento Gheddafi e il suo popolo furono in difficoltà e costretti a una sorta di resa. All'aggressione, magari pure controvoglia, partecipammo anche noi con l'approvazione del capo dello Stato, Napolitano, contro la volontà del quale nulla poté Silvio.

 

 

 

Fu una tragedia. Gheddafi venne assassinato. In Libia ancora oggi regna il caos più totale. L'immigrazione è ripresa alla grande e le coste italiche sono quotidianamente invase. Ogni giorno dall'inferno salpano navi stracolme di povera gente disperata. Che sbarca sulla Penisola e il governo non è in grado di gestire l'emergenza. Purtroppo Salvini non è più ministro dell'Interno e dalle nostre parti non c'è nessuno capace di arginare l'arrivo massiccio degli stranieri. Il Papa se ne preoccupa, e ha ragione, tuttavia egli non si domanda perché sia possibile lo scempio, i cui colpevoli hanno un nome e un cognome. Gli consigliamo amichevolmente di informarsi seguendo le nostre tracce. Francesco telefoni a Napolitano e gli chieda conto dei fatti che hanno ridotto la Libia a una macelleria a cielo aperto. L'Italia non ha i mezzi per salvare il continente nero, deve solo cercare di non diventare essa stessa un inferno nel cui territorio ospita pazientemente anche il Vaticano. Caro Pontefice, noi non ce l'abbiamo affatto con lei, ma spesso ciò che afferma non ci trova assolutamente d'accordo. La preghiamo umilmente di non ignorare la realtà, più complessa e brutta di come lei la descrive e commenta. 

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